Home Attualità Il CNA chiede l’istituzione di un registro delle badanti

Il CNA chiede l’istituzione di un registro delle badanti

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AREZZO – Badante, simbolo involontario del nuovo stato sociale. “Il numero di queste donne – commenta Barbara Bennati, Direttore di Socianet Onlus promossa da CNA – cresce infatti ogni anno. In Italia erano 51.110 nel 1994, 126.297 nel 1999, 147.328 nel 2002, 490.678 nel 2003. Decuplicate, quindi, in un decennio”.
I maggiori paesi di provenienza sono Ucraina (89.029), Romania (63.573) ed Ecuador (25.071). “Una “invasione” pacifica, anzi, bramata dalle famiglie italiane alle prese con un progressivo e, per ora, inarrestabile invecchiamento. Non dimentichiamo infatti che il 18% degli italiani sono ultra 65enni tale percentuale aumenterà al 34,4% nel 2050 e che la quota degli ultra 80enni è pari al 4% della popolazione – percentuale che potrebbe passare, in vent’anni, al 7%”.
I pochi istituti veramente qualificati sono presi d’assalto e hanno lunghe liste d’attesa, per non parlare di quelli che sono veri e proprio luoghi di emarginazione sociale dove la cura e l’attenzione per l’anziano è un optional. Ma ad alimentare la diffidenza nei confronti dell’ospizio giocano un ruolo i prezzi non certo popolari: per un ricovero in casa di cura si arriva a spendere anche 1500-2000 euro al mese. Sull’altro fronte il costo di un assistente a domicilio si aggira intorno ai 700-900 euro al mese. Facendo un rapido calcolo con un’indennità di accompagnamento pari a 450 euro mensili, è facile capire che un non autosufficiente con una pensione minima non può permettersi di pagare da solo neanche una badante e deve ricorrere all’aiuto dei familiari.
“Il welfare familiare ha le spalle meno larghe proprio mentre aumenta il numero degli anziani non autosufficienti. Non solo – commenta Giuseppe Valenti presidente di CNA Pensionati – questo fenomeno è anche una conseguenza dell’insoddisfacente offerta pubblica di assistenza domiciliare a fronte di una crescita esponenziale dei bisogni assistenziali. Perciò di fronte alle défaillances dell’assistenza pubblica le famiglie si sono comportate come degli imprenditori: si sono rivolte al mercato internazionale del lavoro che forniva occasioni a prezzi contenuti. Ne è nata una nuova combinazione dove l’iniziativa privata surroga il pubblico, dove la domanda delle famiglie con anziani si è incontrata con l’offerta di immigrate”
A fronte di questa situazione, Cna ritiene indispensabile l’istituzione di un registro delle badanti che oltre ad offrire un elenco completo delle persone con regolare permesso di soggiorno disponibili sul territorio, propone alle straniere veri e propri corsi di abilitazione all’assistenza alle persone. Un altro fronte su cui intervenire è la concessione di buoni sociali agli anziani che si avvalgono di una badante in regola. “Pertanto – conclude Leo Milanesi della CNA Pensionati – la caparbietà con cui circa due anni fa abbiamo dato inizio alla raccolta delle firme per la costituzione di un fondo nazionale per la non autosufficienza, trova in questo fenomeno altrettante buone ragioni e motivazioni per incrementarlo”.