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Papa Luciani, il sorriso di Dio

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Neri Marcorè porta in TV con grande intensità la figura dolce e mite del Pontefice che sedette sul trono di Pietro soltanto per 33 giorni, tra l’agosto e il settembre del 1978. La vita umile e la missione luminosa di Albino Luciani sono rievocate nella miniserie, per la regia di Giorgio Capitani, in onda in prima serata su Raiuno lunedì 23 e martedì 24 ottobre.

PRESENTAZIONE
Un Papato di soli 33 giorni sembra un percorso troppo breve per accaparrarsi un posto nella storia e per conquistare il cuore del popolo, ma quando quel brandello di tempo è vissuto nel nome del Signore, predicando l’amore per i deboli, resta come un lampo nel cielo stellato e non è la durata che conta ma l’intensità che commuove: è quanto accadde a Giovanni Paolo I, alla cui figura è dedicata la miniserie in due parti dal titolo Papa Luciani, il sorriso di Dio, in onda su Raiuno nelle prime serate di lunedì 23 e martedì 24 ottobre. A interpretare il Pontefice è stato chiamato Neri Marcorè, attore di grande versatilità, capace di passare dalle divertenti imitazioni dispensate in programmi di satira ai ruoli d’impegno assunti in teatro e in cinema. Accanto a lui un cast ricco di eccellenti attori di ieri e di oggi, come Josè Maria Blanco Martinez, Paolo Romano, Franco Interlenghi, Imma Colomer Marcet, Gabriele Ferzetti, Roberto Citran, Jacques Sernas e Sergio Fiorentini.

La guida del gruppo e la realizzazione televisiva della storia di un personaggio così affascinante nella sua lievità umana è stata affidata dai produttori Rai Fiction e Compagnia Leone Cinematografica a Giorgio Capitani, che già aveva realizzato la fiction su “Papa Giovanni XXIII”, oltre a decine di serie di successo come “Un cane sciolto”, “Un prete tra noi” e “Il Maresciallo Rocca”. Il soggetto e la sceneggiatura scritti da Francesco Scardamaglia e Massimo Cerofolini, con la consulenza storico giornalistica del vaticanista Giuseppe De Carli, ricostruiscono la vita e la missione pastorale di Albino Luciani, che fin da piccolo a Canale d’Agordo, in provincia di Belluno, dove era nato nel 1912 da una famiglia poverissima, mostrava una salute cagionevole, ma ogni volta che veniva dato per spacciato all’improvviso superava brillantemente la crisi. Obbedendo a una vocazione perentoria, si faceva sacerdote e di qui in avanti con grande umiltà e saldezza di fede si meritava la stima di Vescovi e Papi che via via lo chiamavano a ricoprire posti di sempre maggiore responsabilità.

Ma la sua è una vita segnata e lui lo sa. Prima di essere eletto Papa si era recato in Portogallo, dove suor Lucia, che da bambina insieme a due compagni aveva avuto la visione della Madonna a Fatima, gli aveva rivelato il suo destino: sarebbe diventato Papa, ma il suo sarebbe stato un Papato breve. Però fecondo, perché avrebbe dato buoni frutti. Entrato in conclave come Patriarca di Venezia, Albino Luciani si tiene in disparte, come a respingere in partenza la possibilità che qualche cardinale lo candidi. Ma è lui l’eletto, è il suo nome che il 26 agosto 1978 viene annunciato al mondo assieme a quello che ha scelto come Pontefice: Giovanni Paolo I, in omaggio ai due Papi che l’hanno preceduto, Giovanni XXIII e Paolo VI. Papa Luciani si rende conto che si è avverata la prima parte della profezia di Suor Lucia e si chiede se e quando si potrà avverare la seconda. Comunque, incurante dei disturbi cardiaci, annuncia subito la propria volontà di rinnovare la Chiesa e indica nella solidarietà verso i poveri e i sofferenti la strada da percorrere. Trascorrono 33 giorni e nella notte del 28 settembre 1978 la vita di Papa Luciani si spegne nel sonno. «Abbiamo potuto rivisitare la figura dolce e mite di un Pontefice forte nella fede, fermo nei principi, ma sempre disponibile all’accoglienza e al sorriso».

Sono le parole pronunciate da Benedetto XVI dopo aver assistito in anteprima alla proiezione del film “Papa Luciani, il sorriso di Dio”. Il Pontefice ha poi ringraziato la Rai ed elogiato i produttori e il regista per la qualità della rievocazione televisiva riservando una menzione speciale a Neri Marcorè per l’intensa interpretazione della figura di Papa Giovanni Paolo I.

LA STORIA

Prima puntata. Nel 1977 in Portogallo, un anno prima di diventare Papa, Albino Luciani (interpretato da Neri Marcorè) riceve da Suor Lucia (Imma Colomer Marcet), l’unica ancora vivente dei tre pastorelli di Fatima, la profezia del suo straordinario destino. Suor Lucia, ripercorrendo con lui la sua vita, gli svela la trama di un disegno della Provvidenza. Appena nato Albino sembra non dover sopravvivere, ma quasi inspiegabilmente si riprende, come altre volte gli accadrà sempre senza un’apparente spiegazione. Albino è figlio di una famiglia poverissima. La vocazione al sacerdozio gli nasce in un momento di pericolo estremo, mentre invoca l’aiuto del Signore. Suo padre, emigrante in Svizzera, sembra contrario, ma la tenera fermezza del bambino lo commuove. Diventato sacerdote, per Albino l’unico desiderio è quello di diventare parroco del suo paese natale, Canale d’Agordo, ma Monsignor Muccin (Alberto Di Stasio) gli chiede invece di divenire il vice direttore del Seminario Diocesano. Qui Albino ritrova Luigi Tiezzi (Roberto Citran), l’amico con cui ha condiviso gli anni della formazione. Il mondo è in guerra. In crisi profonda Tiezzi decide di abbandonare il sacerdozio. Per Albino è un duro colpo. Ma il suo impegno in difesa dei più deboli si fa sempre più intenso. Sotto la guida del Vescovo Borti-gnon (Emilio De Marchi), Albino riafferma l’impegno di pace della Chiesa, opponendosi sempre alla violenza e alla morte. A guerra finita, Albino si interroga sulla sua missione e una malattia polmonare gravissima sembra sottolineare il suo smarrimento e la sua solitudine. Ma in sanatorio Albino ritrova l’amico Tiezzi, divenuto nel frattempo medico, il quale scopre che l’apparente condanna di Albino è il frutto di un errore diagnostico. Anche questo è un segno del cielo, un altro passo nel cammino del giovane Luciani. Albino incontra quasi per caso il Patriarca di Venezia Angelo Roncalli (Claudio Angelini), il futuro papa Giovanni, che apprezzandone le doti lo vuole vescovo. Un altro papa, Paolo VI Montini (Massimo Rinaldi), incoraggia Albino nominandolo Patriarca di Venezia. Sono anni difficili. Il terrorismo comincia ad affacciarsi in Italia. Il patriarca Albino Luciani lotta con fermezza e semplicità perché la Chiesa possa continuare a svolgere la sua missione in favore di tutti coloro che soffrono. In visita pastorale a Venezia, Papa Montini pone la sua stola pontificale sulle spalle di Albino e sembra così confermare il destino dell’umile sacerdote veneto. Ed ecco che con la scomparsa di Papa Montini, la profezia di suor Lucia sul papato di Albino, sembra all’improvviso sul punto di realizzarsi.

Seconda puntata. 1978. Roma e il mondo intero della cristianità, si preparano all’elezione del nuovo papa. Attraverso le parole della veggente di Fatima, Albino Luciani sa che se sarà elevato al soglio pontificio, la sua vita sarà breve. Ma sa anche che il destino di nessuno è segnato. Perfino Gesù, nell’Orto degli Ulivi, ha pregato perché il Padre allontanasse da Lui il calice del sacrificio. Il Patriarca di Venezia si tiene al di fuori dall’’intensa attività preconclave, e rifiuta con decisione tutte le caute proposte di chi vede in lui il buon pastore necessario alla Chiesa. Prega con intensità e fermezza affinché la Provvidenza lo salvi da quest’ultima prova. Arriva al punto da dichiararsi deciso a ricorrere alle nuove regole canoniche che consentono al prescelto in conclave di rifiutare il pontificato. Ma nel momento in cui il suo nome risuona per più di cento volte nella Cappella Sistina dove i cardinali sono riuniti in conclave, Albino Luciani china ancora una volta il capo al volere della Provvidenza. E accetta il mistero. La personalità del nuovo Papa, Giovanni Paolo I, si manifesta subito, fin dal suo primo discorso pubblico, in cui rinuncia al plurale maiestatis e si esprime con evangelica semplicità. La sua ispirazione è quella del ritorno ad una Chiesa attenta ai valori fondamentali, in difesa dei più deboli e dei sofferenti. La semplicità del Papa svela in realtà spiritualità, fermezza e cultura. I tentativi della Curia per ridurlo ad una semplice amministrazione ecclesiale, si spuntano contro la sua volontà di innovare. Luciani è consapevole che il suo pontificato sarà brevissimo, ma crede nel valore di una testimonianza forte del suo passaggio. Aderendo al disegno misterioso della Provvidenza, accetta di essere il seme che deve morire perché la pianta dia frutto. Senza dar peso ai disturbi cardiaci, già presenti a Venezia, Giovanni Paolo I impegna la Chiesa ad un’opera continua di solidarietà e di amore. Quando dopo soli 33 giorni di pontificato, Albino Luciani viene trovato senza vita nel suo letto, la sua figura inizia a vivere nel cuore di tutti. Fra gli infiniti, ingenui biglietti che i fedeli lasciano come preghiere ai piedi della sua statua nella Chiesa di Canale d’Agordo, qualcuno ha scritto: «Per noi sei stato il sorriso di Dio».