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Si ai termovalorizzatori solo dopo reciclaggio rifiuti

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ROMA – “Il recupero di energia da rifiuti è una soluzione sostenibile solo se praticata dopo politiche di riduzione e riciclaggio da raccolta differenziata, per la parte combustibile dei rifiuti residui”. Così Stefano Ciafani, responsabile del settore scientifico di Legambiente, commenta le dichiarazioni di Enea e Federambiente sui termovalorizzatori.
“Solo grazie alla sinergia tra queste diverse azioni – dice Ciafani – si potrà superare e risolvere in modo durevole l’emergenza rifiuti che grava su buona parte dell’Italia. Una soluzione che va nella direzione opposta, per esempio, a quella adottata dalla Regione Sicilia che ha deciso di puntare soprattutto sulla termovalorizzazione, avviando la realizzazione di ben 4 impianti”.
“Ci sono inoltre due importanti questioni irrisolte – aggiunge il responsabile scientifico di Legambiente -. La prima riguarda il controllo dei cosiddetti microinquinanti, come le diossine e i metalli pesanti, che solo in pochissimi casi vengono monitorati ‘in continuo’. Un metodo che andrebbe invece esteso a tutti gli impianti, sostituendo la logica del monitoraggio a spot, se si vuole anche facilitare il consenso dei cittadini, preoccupati soprattutto da questi inquinanti”.
“La seconda questione – conclude Ciafani – è invece relativa al fatto che, nel nostro Paese, la produzione di energia elettrica da rifiuti, anche non biodegradabili, riceve incentivi pari a quelli devoluti per le fonti rinnovabili, quali solare ed eolico, in palese contraddizione con la direttiva europea. Per evitare un’ennesima infrazione comunitaria, l’Italia deve al più presto rimediare a questa violazione, escludendo la frazione non biodegradabile dei rifiuti dalle fonti incentivate”.