Home Attualità Apertura dei negozi sgradita. Comune: scelta legittima

Apertura dei negozi sgradita. Comune: scelta legittima

0

AREZZO – La Befana tutte le feste porta via? "Finalmente" griderà qualcuno. C’è chi, infatti, le feste le ha viste, più che vissute. Gli addetti al settore del commercio, dipendenti di negozi o grande distribuzione hanno rinunciato a tombole, cenoni e regali in tutta tranquillità per far girare la macchina degli acquisti. Nel giorno dell’Epifania arriva per loro l’ennesima stangata: negozi aperti. Gli ipermercati non si sono lasciati sfuggire l’occasione e così, si sa, per la legge della concorrenza, terranno aperti in molti. A difendere le ragioni dei lavoratori si sono schierati sindacati e rappresentanti politici. Sull’altro fronte troviamo Comune e Associazione dei Commercianti.
E’ di ieri la nota della Fisascat Cisl di Arezzo e dei delegati Cisl dell’Ipercoop Arezzo, che evidenziano il “grave comportamento tenuto dalle aziende del commercio, dalla Coop e dalla giunta comunale aretina”. A questo proposito, la Cisl riscontra che “con rammarico per il 2007 non sono stati rinnovati gli accordi sindacali per le aperture, non per negligenza del sindacato, ma per mancanza di volontà politica. Le parti datoriali si sono arrogate il diritto di commercializzare anche in occasione della festività della Befana, tant’è che, “la Befana non viene più di notte, ma di giorno e nei centri commerciali”.
Una presa di posizione che ha trovato la sponda di esponenti politici in modo trasversale, da Rifondazione comunista all’Udc. Nicotra, Bianchi e Rossi del gruppo Prc/Se affermano che “vogliamo che si prendano in maggiore considerazione i diritti di lavoratori e lavoratrici del commercio costretti a lavorare anche per l’Epifania. Autorizzare l’apertura degli ipermercati anche il 6 gennaio, significa privare questi lavoratori di uno dei pochi fine settimana in cui potrebbero stare con i figli e la famiglia”.
Francesco Francini e Guglielmo Borri, consiglieri comunali Udc rilevano come gli accordi in vigore “sono consentono alle attività commerciali di aprire. Sta quindi alla loro sensibilità approfittarne. Una sensibilità che ci pare troppo orientata al profitto e per nulla alla possibilità di concedere riposo ai dipendenti. Soprattutto la grande distribuzione, con decine di addetti, poteva compiere una scelta diversa.” I consiglieri dello scudo crociato quindi propongono “una vera azione sindacale per tutelare le festività, da intraprendere all’inizio delle contrattazioni. Tutto al fine di prevedere per il commercio e l’economia delle regole che mettano al centro del loro sviluppo la persona umana e non il semplice profitto, realizzato con forzature.”
E’ il “carbone per lavoratori e le lavoratrici del settore commercio” dicono Loretto Ricci e Marco Conficconi, segretari provinciali delle federazioni del commercio di Cgil e Uil, che parlano di “un’altra festa da lavorare chiusi fra gli scaffali dei centri commerciali”.
Da parte sua l’assessore comunale al commercio Piero Ducci dichiara che “l’ordinanza vigente è del tutto chiarificatrice circa le giornate di chiusura e le deroghe. Le disposizioni furono frutto di concertazione e prevedono che nelle occasioni in cui la prima domenica del mese, quando c’è la Fiera Antiquaria, coincida con una delle feste tipo l’Epifania, gli esercizi commerciali restino comunque aperti”.
L’Associazione dei Commercianti sottolinea che “non esiste nessun intento vessatorio nei confronti dei lavoratori. E’ solo una coincidenza di date. Del resto, anche i commercianti sono stanchi dopo il tour de force di 45 giorni consecutivi di apertura. Oltretutto la maggior parte dei negozi è a conduzione familiare e non può affrontare turnazioni di personale come nelle grandi imprese. Ma la città ha precisi obblighi di accoglienza nei confronti dei visitatori della Fiera”.

Articlolo scritto da: Luca Salvadori