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Cemento in Val di Cornia

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PIOMBINO – Attività di estrazione senza la Valutazione di Incidenza Ambientale prevista dalle Direttive Europee malgrado ci si trovi ai confini di un Sito di Interesse Comunitario. Legambiente ha inviato un esposto a Bruxelles contro la cava all’interno dell’area protetta “Monte Calvi di Campiglia”, che tra l’altro sorge ai margini del Parco Archeologico Minerario di San Silvestro.

“E’ evidente l’incompatibilità delle estrazioni con un sito di tale delicatezza ambientale e qualità paesaggistica – hanno spiegato questa mattina in conferenza stampa a Piombino Sebastiano Venneri, Edoardo Zanchini e Sandro Luchetti della Direzione nazionale di Legambiente insieme al presidente del circolo Legambiente Val di Cornia Adriano Bruschi -. Il futuro della Val di Cornia passa per una politica di valorizzazione turistica dell’area e non per lo sfruttamento scriteriato delle risorse: la cava di Campiglia, oltre a stravolgere visivamente il paesaggio, è anche inconciliabile con la fruizione turistica del Parco archeologico minerario di San Silvestro, mettendo in pericolo la stessa incolumità dei frequentatori”.

I piani cava approvati in questi anni dal Comune prevedono la possibilità di estrarre volumi fino a 8 milioni di metri cubi per un’attività che dovrebbe proseguire fino al 2018. Eppure non sono stati realizzati gli studi, non è stata seguita la procedura per un area che dal 1995 è inserita nell’elenco di ReteNatura2000 e non è mai stata presa in considerazione alcuna valutazione d’incidenza ambientale, per analizzare gli effetti di queste attività sugli habitat e sulle specie del SIC in questione. L’attività di cava nell’area va avanti da anni: fino al 1997 era limitata all’uso esclusivo della siderurgia, quindi è stata liberalizzata la vendita e la proprietà è stata ceduta dalla Lucchini a un cartello di imprese locali, la “Società cave di Campiglia”, il cui presidente è stato Sindaco di Campiglia fino al 1999. Il Comune in questi anni ha considerato non necessario seguire la procedura prevista per le aree SIC in quanto il perimetro dell’area di cava è ritagliato proprio per evitare una sovrapposizione con quello dell’area protetta. Ma come è evidente sono fortissime le ripercussioni sul sito e devono in ogni caso essere valutate secondo le procedure europee anche per i siti esterni alle attività per verificare anche la sola probabilità di incidenza significativa.

L’esposto verrà inviato anche alla Regione Toscana, a cui spetta un ruolo fondamentale sia in materia di SIC che di attività di escavazione, e alla magistratura competente perché verifichi che non vi siano state violazioni di legge. “Le cave rappresentano uno dei principali fattori di pericolo per il paesaggio toscano, oggi sono circa 170 le cave attive nella regione e oltre mille quelle abbandonate. Siamo seriamente preoccupati che il Piano cave di prossima approvazione da parte del Consiglio regionale dia il la a un’ulteriore espansione delle escavazioni nel territorio – hanno concluso gli esponenti di Legambiente -. Per questo chiediamo alla Regione Toscana di bloccare le attività di escavazione a Campiglia, avviando il recupero ambientale delle aree e aprendo un confronto pubblico sul nuovo Piano cave”.