Home Attualità Coldiretti: i listini dei prezzi non crescono sui campi

Coldiretti: i listini dei prezzi non crescono sui campi

0

AREZZO – L’origine del caro prezzi non va ricercato in campagna. L’ampia forbice tra i prezzi alla produzione agricola e al consumo in Italia con i prezzi che aumentano in media di cinque volte dal campo alla tavola dimostra che c’è un sufficiente margine da recuperare per evitare ingiustificati rincari e garantire una adeguata remunerazione agli agricoltori senza aggravare i bilanci delle famiglie. E’ quanto afferma Coldiretti Arezzo nel sottolineare che intende raccogliere le giuste sollecitazioni delle associazioni dei consumatori con iniziative di sostegno allo sciopero della spesa previsto per il prossimo 13 settembre.
L’obiettivo è quello di garantire maggiore trasparenza nella formazione dei prezzi e nell’informazione sull’origine dei prodotti per combattere le speculazioni in agguato a danno delle imprese agricole e dei consumatori.
E’ aumentato infatti di circa il 420 per cento il prezzo del pane negli ultimi venti anni nonostante quello del grano sia continuamente diminuito ed oggi risulti addirittura inferiore a quello pagato agli imprenditori agricoli nel 1985. E’ quanto afferma Coldiretti nel sottolineare che il livello dei prezzi in agricoltura non offre giustificazioni credibili agli aumenti annunciati in autunno per i derivati dei cereali come pane, pastasciutta, dolci e biscotti.
Le statistiche dimostrano anzi che nel tempo i prezzi del grano hanno avuto un andamento opposto a quello del pane e che mentre i primi diminuivano i secondi hanno continuato ad aumentare senza quindi alcuna correlazione con la materia prima. E non solo. Secondo una analisi della Coldiretti per pane, pasta fresca e dolci il prezzo dal campo al consumo si moltiplica rispettivamente di 12, 20 e 70.
Coldiretti rileva inoltre che il prezzo del latte pagato agli allevatori in Italia è tra i piu’ bassi in Europa tanto da non coprire piu’ neanche i costi di produzione mentre i consumatori lo pagano a livelli record con nuovi rincari già annunciati.
Il prezzo del latte in Italia aumenta di oltre quattro volte dalla stalla alla tavola dove raggiunge il valore di oltre 1,4 euro al litro, tra i piu’ alti in Europa mentre la “paga” per il lavoro svolto dalle mucche resta a livelli insostenibili di 0,32 centesimi pari a circa quanto si paga un litro di acqua minerale.
I rincari annunciati rischiano peraltro di avere effetti negativi sui consumi domestici alimentari che registrano una preoccupante flessione.
Il rischio è che i rincari- afferma Coldiretti Arezzo – oltre ad incidere sui consumi servano a coprire la volontà di aumentare le importazioni dall'estero di prodotti da spacciare come Made in Italy a fini speculativi in assenza di una adeguata informazione in etichetta.