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Comune e Provincia sul raddoppio della Chimet

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Comune e Provincia sul raddoppio della Chimet

AREZZO – C'è un dato pubblico dal quale partire. Il territorio aretino produce, più o meno, 600 mila tonnellate di rifiuti. La quantità si divide in due categorie: 200 mila tonnellate di rifiuti “tradizionali”, per intendersi quelli raccolti da Aisa; 400 mila tonnellate di rifiuti, cosiddetti “speciali”, che vengono prodotti dai cicli industriali, dagli ospedali, ecc.
Partendo da un semplice dato quantitativo, dalle dichiarazioni del Presidente della Provincia Ceccarelli, di Fanfani, del Sindaco di Civitella Dindalini, e constatando una trasversale determinazione politica, pubblicamente espressa da singoli esponenti di opposti schieramenti, dubbi e considerazioni sorgono spontanei.
E' evidente che, se da qui a poco (2009 chiusura discariche) potrebbe verificarsi un'emergenza sul fronte dei rifiuti “urbani”, non ci sembra che esista o potrà mai esistere una “emergenza rifiuti speciali”. Caso mai l'equazione potrebbe scriversi: “opportunità rifiuti speciali – possibile emergenza salute pubblica”.
Per i pochi che non lo sapessero, nel nostro territorio esiste una variegata e fiorente realtà d'industria privata, che della combustione rifiuti fa la propria ragion d'esistere. Per questi operatori la quantità di rifiuti non è un problema, ma un'opportunità. Il business è talmente redditizio (chiedete alla USL che razza di fatture riceve per lo smaltimento dei rifiuti) che più materiale c'è e più se ne brucerebbe. Anzi se possibile lo si importa dal resto del pianeta e più è pericoloso e più si guadagna. Tutto questo, però, se da un lato fa parte delle logiche e giuste leggi del libero mercato, dall'altro deve tener conto di un fatto fondamentale (che deve stamparsi a fuoco nella mente di tutti coloro che hanno responsabilità di governo): nulla può esser fatto sulla pelle dei cittadini.
A nostro parere, al di là di dati, carte e piani che vengono sbandierati, l'unica certezza è che la confusione regna sovrana. Non ci sono informazioni attendibili e nessuno è in grado di darle. Esiste, forse, in provincia un Piano Rifiuti Speciali? Su quali basi Ceccarelli è favorevole al raddoppio della Chimet? A nostro avviso non vi è alcuna pubblica utilità, né alcun interesse per i cittadini.
Di vero c'è che manca un serio “Progetto d'Area” che individui tutte le realtà industriali esistenti (si ricordi il Presidente della Provincia che non c'è solo Civitella e che richieste di ampliamento sono giunte da più parti, con bocciature già espresse). Per ciascuna impresa si determino programmi e prospettive di sviluppo, nel rispetto dell'ambiente, della popolazione, e delle pari opportunità fra tutte le imprese del territorio. Il “Progetto d'Area” dovrebbe poi prevedere uno “Studio Urbanistico” per la rapida riqualificazione delle situazioni critiche emerse nella fase d' indagine conoscitiva.
Per la pericolosità delle materie trattate e per il rischio che grava sulle popolazioni, le aziende dovrebbero sottostare ad un protocollo che, sotto la verifica pubblica, ne pianifichi e “controlli in continuo” l'attività, imponendo parallele azioni di salvaguardia territoriale, oltre ad un diretto intervento sulle emergenze ambientali presenti per quanto già accaduto in passato. Fondamentale, poi, una seria, puntiforme e continua azione di monitoraggio pubblico con postazioni fisse su camini, impianti industriali e territorio.
Per quanto riguarda il raddoppio della linea dell'inceneritore Aisa, anche in questo caso ci sono poche scuse da accampare. Ci sono solo responsabilità che chi governa deve sapersi prendere.
E' noto a tutti che nel 2009 le discariche chiuderanno; giocoforza: o si differenzia o si brucia. Come detto, il nostro territorio produce circa 200 mila tonnellate annue di rifiuti (fisiologicamente destinate ad aumentare). A questo punto l'equazione è semplice: “più si differenzia meno si brucia”.
Quindi, pur sapendo che, comunque, si dovrà ritoccare il termovalorizzatore (scegliendo però una capacità produttiva che generi un punto d'equilibrio tra economia di gestione e il dovere di far risparmiare i cittadini sulle tariffe dei rifiuti), resta un solo grande, enorme punto interrogativo. Quale la volontà, quale l'impegno politico di Ceccarelli, della coalizione che lo sostiene, dei sindaci della provincia nei confronti della raccolta differenziata dei rifiuti? Proporrà mai il Presidente della Provincia un documento pubblico sul quale i suoi sindaci si impegnino con quote di raccolta dai numeri che superino il ridicolo della demagogia.
Eccoci allora al punto, allo snodo. Per Ceccarelli, Dindalini (per i DS insomma), per Fanfani e per tutti gli altri soggetti trasversalmente coinvolti ed interessati alla materia, il tema dei rifiuti sembra ridursi ad un semplice accordo industriale (su ampliamenti, raddoppi o altro) sorretto da una impalcatura perimetrale di azioni e atti burocratici.
Così, per quanto detto sopra, i Capo Gruppo di Forza Italia al Comune di Arezzo, alla Provincia, unitamente al Responsabile delle Circoscrizioni di Arezzo, sono fortemente preoccupati per la deriva che ha preso la problematica rifiuti in provincia di Arezzo, per la mancanza di responsabilità che pervade le azioni di chi governa le pubbliche amministrazioni coinvolte.
Forza Italia sente forte il dovere della tutela dei cittadini e, nel rispetto del proprio ruolo, è parte attiva nelle delicate politiche dei rifiuti. Dai responsabili politici e amministrativi si pretenderà il massimo della chiarezza, perchè le scelte da adottare dovranno avere come unico ed imprescindibile obiettivo: la salute dei cittadini, la salvaguardia del territorio e il rispetto delle regole.