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Italia terra di pirati…musicali

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Italia terra di pirati…musicali

PISA – Sessanta milioni di euro, un quarto abbondante di tutto il mercato discografico italiano. Tanto vale l’industria della pirateria musicale nel nostro paese: un settore saldamente nelle mani della criminalità organizzata che – nonostante la raffica di denunce, sequestri e arresti – regala al Belpaese un poco invidiabile posto nella “top-ten” mondiale delle nazioni più vessate dal business delle copie contraffatte o “scaricate” da Internet. I dati sono stati raccolti ed elaborati dall’Istituto di Informatica e Telematica del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Pisa (Iit-Cnr) per l’ultimo numero di “Focus .it – newsletter del Registro del ccTLD .it”. Il periodico, edito dalla struttura che assegna e gestisce i domini Internet a targa .it, è distribuito a tutti gli operatori italiani e stranieri che registrano nomi a dominio con il suffisso del nostro paese.
Secondo i dati diffusi dall’Fpm (la Federazione contro la pirateria musicale), nel corso del 2006 le forze dell’ordine hanno sequestrato oltre due milioni fra cd e dvd, arrestando 389 persone e denunciandone 1.104; 25 le centrali di masterizzazione (vere e proprie “fabbriche” di musica pirata) sgominate. “Le stime appaiono in leggera flessione rispetto al 2005 (1.189 denunce e 519 arresti), segno dell’efficacia delle nuove tecniche di investigazione e repressione”, spiega Paolo Gentili, dell’Iit-Cnr. Cresce invece il numero di masterizzatori (da 1.509 a 1.702) e dvd (da 930.973 a 1 milione e 4.948) posti sotto sequestro. “Ma nel bilancio complessivo pesa una rete sempre più capillare di venditori abusivi che – sotto il controllo del crimine organizzato – arriva nel Mezzogiorno a gestire fino al 40 per cento del mercato”. Secondo Fpm, la pirateria in Italia si consuma soprattutto nelle rivendite ambulanti (59%), seguite dai privati (16%), centrali di masterizzazione (14%) e negozi musicali (7%).
Nel complesso, la pirateria in Italia rappresenta da sola un quarto dell’intero mercato musicale al quale sottrae risorse per 60 milioni di euro. L’Ifpi (l’organizzazione che rappresenta a livello mondiale l’industria discografica) colloca il nostro paese nella lista delle dieci nazioni più vessate dal fenomeno (al primo posto in Europa occidentale), per quanto lontano dalle punte di Indonesia (dove l’88% del mercato è nelle mani del crimine), Cina (85%), Russia (67%) o Grecia (50%).
A fianco della pirateria “fisica”, inoltre, spopola il download illegale di musica via Internet tramite i circuiti “peer to peer”: quasi sempre in grado di anticipare la diffusione dei brani musicali prima ancora che arrivino negli scaffali dei negozi. Le cifre, a livello mondiale, parlano di 20 miliardi di brani musicali scaricati l’anno e punte di 10 milioni di utenti attivi contemporaneamente. Sul tema “Focus .it – newsletter del Registro del ccTLD .it” ha raccolto il parere autorevole di Luca Barbero, esperto di diritto della proprietà intellettuale, a commento del recente pronunciamento della Corte Costituzionale che ha assolto due giovani, accusati di aver creato una rete per scambiare musica con altri utenti: attività ritenuta legittima non essendo finalizzata a scopi di lucro. Un provvedimento non senza conseguenze che, di fatto, fa dormire sonni più tranquilli ai pirati “domestici”.
Sul tema della pirateria musicale e, più in generale, delle tendenze che stanno attraversando il mercato della musica in Italia – fortemente segnato dall’avvento delle nuove tecnologie – il Registro riporta anche il parere di Elio e le Storie Tese che hanno già giocato d’anticipo, proponendo sul web modalità inedite per il download della loro produzione musicale a prezzi abbordabilissimi, e di Luca Sofri, giornalista legato al mondo di Intenet. A margine della newsletter, infine, anche alcuni esempi – perfettamente leciti – di come Internet possa stimolare la creatività degli artisti e favorire la diffusione di contenuti musicali senza ricorrere al famigerato “peer to peer”.