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Sansepolcro: polemiche contro la chiusura di reparto che non c’è

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Sansepolcro: polemiche contro la chiusura di reparto che non c’è

SANSEPOLCRO (AR) – In pochi giorni si è scatenata una vera e propria campagna mediatica sulla “temuta” soppressione della terapia intensiva all’ospedale di Sansepolcro. A catena sono intervenuti comitati, politici, cittadini ed ora anche sacerdoti. La Usl B fino ad oggi ha evitato di intervenire in questo dibattito nella speranza che prima o poi qualcuno si accorgesse che si sta parlando del “nulla”.
“A Sansepolcro – chiarisce Monica Calamai – direttore generale della Usl 8 – non è mai esistito un reparto di terapia intensiva e pertanto non potrà nemmeno essere chiuso. Nell’ospedale della Valtiberina, che in questi anni è stato oggetto di grandi investimenti e dove è stata fatta una riorganizzazione generale che ha portato ad un ampliamento razionale di servizi per l’utenza, esisteva fino al 28 febbraio scorso una Tim, cioè un servizio di terapia intensiva multidisciplinare, trasformata dal giorno dopo, il primo marzo, in Hdu (struttura ad alta intensità di cura). Un progetto che era stato preventivamente presentato a tutti, amministratori locali ed operatori sanitari della vallata. Comunque sia, prosegue la direttrice, nei prossimi giorni incontrerò ben volentieri padre Pier Maria Innocenti, autore dell’ultimo appello forse nato da un equivoco di comunicazione, e di nuovo la conferenza dei sindaci della Valtiberina, per fare chiarezza su quella che appare essere una tempesta in un bicchier d’acqua".

Vale la pena riprendere quando detto e pubblicato dai giornali proprio il primo marzo scorso.
“Oggi la Tim (Terapia Intensiva Multidisciplinare), ha un utilizzo prevalentemente cardiologico. Con la riorganizzazione dal primo marzo 2007 – comunicava il responsabile del presidio della Valtiberina Giuseppe Ientile – il servizio viene integrato con la Medicina, in modo tale da trattare, sempre con specialisti, anche gli altri casi che sono nella fase intermedia fra la terapia intensiva e il reparto. Si garantiscono così maggiori possibilità agli utenti. Il nuovo servizio, che avrà la sigla Hdu, usufruirà anche di un ulteriore posto letto.”

Dallo stesso giorno, vale la pena ricordarlo perché poi ha avuto i suoi effetti anche nell’utilizzo della Hdu, la Usl mise mano anche alla riorganizzazione del pronto soccorso, dove fino ad allora i medici erano a turno gli stessi dei reparti ospedalieri. “La direzione della Usl ha deciso di aumentarne la "qualificazione" individuando tre specialisti dell'emergenza, che saranno impiegati stabilmente nelle 12 ore diurne. In quelle notturne – sottolineò il dr. Ientile – i turni saranno coperti anche da medici dei reparti in appoggio al medico di Met (emergenza territoriale), sempre presente per intervenire con le ambulanze nel territorio, ma che statisticamente opera prevalentemente all'interno del pronto soccorso stesso.”
Dal primo marzo scorso, presso il blocco operatorio, è stata allestita anche una "recovery room" finalizzata all’assistenza post-operatoria. Una postazione "semintensiva", dove entro le ore 18,00 di ogni giorno si procede alla valutazione dei pazienti per verificarne la stabilizzazione. Sulla base delle condizioni cliniche si sceglie per il rientro nel reparto competente, per l’appoggio o ricovero presso l’hdu o per il trasferimento alla Terapia Intensiva Generale di Arezzo.

“La riorganizzazione – come fu detto all’epoca e come sottolinea oggi il direttore generale Calamai – ha avuto la finalità di allargare il ventaglio di patologie da accogliere nella struttura Hdu, mettendo a disposizione dei vari specialisti presenti nell’ospedale della Valtiberina (Pronto soccorso, Medicina generale, Chirurgia, Ortopedia, Ginecologia, Cardiologia etc.) una struttura adeguata al trattamento e la stabilizzazione di pazienti con una criticità superiore a quella trattabile in una degenza ordinaria.”
Questa è la verità su Sansepolcro. Questi i cambiamenti (in meglio) operati non oggi, ma sette mesi fa e resi noti a tutti. Cosa oggi abbia fatto scatenare una polemica ripresa a testa bassa da tutti, sfugge a qualsiasi logica.