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Tecnologie “made in Italy”

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ROMA – Volerà alla conquista dei segreti di Venere il micro-spettrometro realizzato dall’Istituto per la microelettronica e microsistemi (Imm) del Consiglio nazionale delle ricerche di Bologna in collaborazione con la Carlo Gavazzi Space SpA. Lo strumento, progettato per le osservazioni della Terra da satellite, opererà nel vicino infrarosso e dovrà studiare, globalmente e in dettaglio, l’atmosfera, i venti, le nubi e loro composizione, svelare alcuni misteri del pianeta, come l’origine dell’ “effetto serra” che fa raggiungere al corpo celeste temperature elevatissime e, in particolare, dovrà analizzare gli strati più bassi dell’atmosfera, di cui si molto poco.
“Il micro-spettrometro, che è stato selezionato dall’Esa, è equipaggiato da una strumentazione scientifica altamente miniaturizzata: telescopio, tre interferometri, elettronica di rilevazione e trasmissione dati”, spiega Gian Giuseppe Bentini, ricercatore dell’Imm-Cnr di Bologna e coordinatore del gruppo di lavoro, “tutto in un cilindro di 5 centimetri di diametro, 15 di altezza e un peso di 400 grammi.
Lo spettrometro è una delle tante tecnologie ‘made in Cnr’ presentate nel Workshop: “Dalle micro alle nano tecnologie”, che si tiene oggi e domani presso la sede centrale dell’Ente. L’evento vuol essere una vetrina dei progetti e dei risultati messi a punto nel settore da Enti di ricerca, aziende, università, istituzioni pubbliche e private. “L’obiettivo”, spiega il dr. Giancarlo Righini, direttore del Dipartimento Materiali e Dispositivi del Cnr, “è quello di identificare contenuti innovativi, in termini di progetti e prodotti ‘made in Italy’, da presentare nell’ambito della rassegna promozionale ‘Primavera italiana in Giappone’ che si terrà a Tokyo nell’aprile prossimo”.
Al workshop le tecnologie illustrate riguardano i settori più disparati. Nell’agroalimentare è stato realizzato un prototipo di ‘lingua elettronica’, un sensore della grandezza di un telefonino capace di rivelare la presenza nei cibi di pesticidi, microtossine e altre sostanze tossiche. “Questo strumento”, spiega Pietro Siciliano dell’Imm – Cnr di Lecce, “utilizza ricettori miniaturizzati, costituiti da materiali a stato solido con struttura nanometrica, collocati su microdispositivi realizzati in silicio. Il liquidi da analizzare vengono fatti passare attraverso ricettori; questi attivati dai diversi componenti, trasmettono segnali elettrici che vengono poi analizzati da un computer”. Dopo una fase di taratura, la ‘lingua’ sarà in grado di analizzare un vino e riconoscerne i vitigni che lo compongono. Contraffare un Doc sarà quindi molto più difficile. “In futuro”, promette Siciliano, “le sensazioni della lingua elettronica saranno rafforzate anche da quelle catturate dal naso elettronico, un’accoppiata tecnologica che non darà scampo ai falsificatori”.
Alla terza età guarda invece il progetto europeo‘Netcarity’ che ha lo scopo di sviluppare un sistema multisensoriale per la sicurezza e la salute degli anziani in ambienti domestici. Coordinato sempre dall’Imm-Cnr, esso vede la partecipazione di Italia, Olanda, Germania, Repubblica Ceca e Spagna con la presenza di grandi colossi industriali quali Siemens e Ibm.
“La Comunità Europea ha deciso di investire fondi su progetti per lo sviluppo di soluzioni che mirano a ottimizzare e ridurre i costi per l’assistenza sanitaria agli anziani e per migliorare le loro condizioni di vita”, spiega Siciliano. “La tendenza generale è di far in modo che l’anziano rimanga nel proprio ambiente domestico il più a lungo possibile prima di ricorrere a ricoveri ospedalieri o alle case di riposo. L’abitazione pertanto deve essere dotata di una serie di ‘facilities’ utilizzabili contemporaneamente dall’inquilino e dai centri di assistenza remota”.
Dal monitoraggio della pressione arteriosa e della glicemia, alla soluzione di problemi motori, dal controllo di emergenze ambientali alla sicurezza contro l’intrusione di persone estranee, tutto sarà gestibile e controllabile a distanza, grazie alla casa multisensoriale.
Il sistema sarà in grado di mettere in atto comportamenti mirati e coerenti con il contesto e la situazione in cui si trova l’utente, arrivando a fornire allo stesso un adeguato supporto cognitivo e fisico. Come? Combinando e sfruttando le informazioni provenienti simultaneamente da differenti tipologie di sensori presenti nell’abitazione.
Il progetto prevede una fase di sperimentazione in cento appartamenti, equipaggiati con i sensori, in Olanda, ad Eindovhen, e, in Italia, a Trento dove la Provincia Autonoma ha già cominciato a investire in tale settore per venire incontro al miglioramento della qualità della vita degli anziani.
Il progetto, che durerà quattro anni, coinvolgerà ospedali e case di cura, e anche agenzie che prestano servizi di assistenza sociale.