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Torneremo a mangiare le biricoccole

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Torneremo a mangiare le biricoccole

ROMA – E’ quanto segnala l’Unione Nazionale Consumatori commentando positivamente l’art. 2/bis della legge n. 46/2007 che prevede la salvaguardia delle “risorse fitogenetiche per l’alimentazione” attraverso l’istituzione di un “registro nazionale delle varietà da conservazione”, tra cui gli ortofrutticoli non più coltivati sul territorio nazionale e ormai rintracciabili soltanto in qualche orto botanico, vivaio specializzato o vecchi agricoltori. Per le coltivazioni di piante dimenticate vi saranno agevolazioni e incentivi e gli agricoltori che hanno questi semi rari saranno autorizzati alla vendita diretta in ambito locale. Resusciteranno così ortofrutticoli dimenticati come le biricoccole, l’uva spina, la pera spina, la pera corvina, le giuggiole, la patata asparago, il fagiolo di Gaggio, la lattuga Rossina, eccetera. Il numero di ortofrutticoli che non si coltivano più, osserva l’Unione Consumatori, è impressionante. Prima degli anni ’50 nei cataloghi delle ditte sementiere italiane erano riportate 27 varietà locali di cocomero che oggi sono sparite, mentre da recenti studi è emerso che, soltanto in Toscana, fino a un secolo fa c’erano 100 varietà di mele e 55 di pere. La biodiversità, conclude l’Unione Consumatori, è importantissima per la salvaguardia del territorio e dell’ambiente, ma queste lodevoli iniziative dovrebbero essere supportate da campagne pubbliche di informazione e da punti di vendita specializzati, altrimenti i consumatori, ai quali spetta in definitiva la diffusione di questi cibi antichi, non ne sapranno niente.