AREZZO – Ferragosto" è molte cose e, in fondo, una soltanto. E' uno spettacolo composito, nato dall'esigenza di raccontare il nostro modo di fare teatro. E di raccontarlo senza pontificare teorie drammaturgiche o estetiche, senza delineare contorni precostituiti, senza indicare percorsi gravati dal peso di un'idea guida, seppur innovativa e rivoluzionaria. E' l'incontro con un luogo che appartiene all'immaginario di ciascuno di noi ma che, spesso, muore nell'immaginario di ciascuno di noi. E' monologo e percorso solitario ma anche incontro, dialogo, fusione. E' una cena, ma anche uno spettacolo teatrale, un convivio popolare ma anche la solitudine di una sera davanti alla tv, è musica di organetto ma anche silenzio. E', infine, la disperazione di chi non ha più niente da chiedere alla vita perché ha provato a chiederle tutto ma, soprattutto, la capacità di non sentirsi sconfitti, anche se, anzi, soprattutto se, non si è ancora vinto.
"Ferragosto" è tutto questo e, in fondo, è solo un modo, il nostro modo, per invitarvi attorno ad un tavolo a mangiare cose buone, bere vino buono, chiacchierare di teatro ascoltando musiche per organetto e, se capita, incontrare le ninfe dei boschi che sanno quanto ancora ci sia da scoprire e raccontare.