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Uovo di Pasqua: come si ripartiscono i costi

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Uovo di Pasqua: come si ripartiscono i costi

ROMA – Quanto costa davvero il tradizionale uovo di Pasqua? A domandarselo è l’Unione Nazionale Consumatori, che ne ha analizzato in dettaglio i costi: materia prima, manodopera, sorpresa, confezione, utile del negoziante etc.
I dati ci dicono che materia prima (il cioccolato) e manodopera, incidono sul prezzo finale solo per il 14%, esattamente come il valore della confezione. Insomma, come a dire che cioccolato e carta hanno lo stesso valore commerciale.
La sorpresa, che dovrebbe essere una voce cospicua nella composizione del prezzo finale in realtà “vale” in media solo il 7%.
Il restante 65% del prezzo pagato dal consumatore se ne va tra distribuzione e trasporto (l’11%), rischio “resa” (8%), IVA (10%), magazzinaggio (2%) e gli utili lordi, rispettivamente dell’11%, quello del fabbricante, e del 23% quello del negoziante.
“Attenzione a quale cioccolato si acquista – avverte Massimiliano Dona, Segretario generale dell’ Unione Nazionale Consumatori. Leggere bene l’etichetta degli ingredienti e indirizzare l’acquisto su cioccolato puro che in Italia deve essere fatto solo con cacao e burro di cacao (minimo 43%) e senza oli tropicali; il cioccolato al latte deve garantire minimo il 30% di latte”.
“Per non avere un doppia delusione –conclude l’avv. Dona– meglio dunque acquistare uova di cioccolato di buona qualità visto che la sorpresa è del tutto aleatoria”.