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Dichiarazione del consigliere comunale Francesco Macrì

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Dichiarazione del consigliere comunale Francesco Macrì

Dichiarazione di martedì 22 settembre del consigliere comunale Francesco Macrì (An): «Sei morti italiani nel più grave attentato compiuto dal terrorismo ai danni dell’Italia in Afghanistan. E tutto questo è passato come inosservato per il Comune di Arezzo dove non è stato fatto alcunché per rispettare la disposizione del Governo che ha decretato il lutto nazionale in occasione dei funerali di stato di lunedì 21 settembre.
L’amministrazione comunale aveva il dovere di comunicare a tutti i dipendenti l’obbligo di osservare un minuto di silenzio in memoria dei nostri militari attorno ai quali, salvo poche eccezioni di fanatici estremisti di sinistra, si è stretta l’intera nazione.
Ma di questa nazione evidentemente il Comune di Arezzo si è dimenticato di fare parte denotando un atteggiamento antipatriottico di cui è responsabile il Sindaco Fanfani. All’attentato, il Sindaco ha risposto limitandosi a esprimere una riflessione di carattere general-generico sul terrorismo ribadita anche a margine di una cerimonia che ha visto protagonista in Consiglio Comunale una parlamentare afgana. E non si confonda quest’ultimo evento, già previsto e che incidentalmente è caduto dopo la tragedia di Kabul, e l’obbligo di legge di seguire le modalità fissate dal Governo per dare seguito alla dichiarazione di lutto nazionale. Nessun dirigente è stato informato della cosa, sensibilizzato a rispettare questo momento, nessun ufficio comunale è stato messo in condizione di rendere memoria ai nostri morti. Bastava una e-mail ai dipendenti, come in passato in occasioni analoghe.
Di fronte a questo grave accadimento che ha fatto di Arezzo repubblica a sé, annuncio la presentazione al prossimo Consiglio Comunale di un’interrogazione e di un esposto al Prefetto. Non vorremmo che il Comune si sia perfino dimenticato di esporre la bandiera a mezz’asta, anche questo un dovere che vincola ope legis e non mera discrezionalità a seconda delle alleanze politiche contingenti.»