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Gaza, Onu chiede tregua immediata

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NEW YORK – Il Consiglio di Sicurezza dell'Onu ha adottato una risoluzione che chiede "un immediato, durevole e pienamente rispettato cessate il fuoco che porti ad un ritiro delle forze israeliane da Gaza". Il testo, stilato dopo tre giorni d'intensi negoziati a porte chiuse, è stato approvato da 14 dei 15 membri del Consiglio, con l'astensione degli Stati Uniti.

Secondo 'The Guardian', che cita fonti della squadra di transizione del presidente eletto, l'amministrazione Obama si prepara ad abbandonare la dottrina di Bush che ha portato all'isolamento di Hamas avviando un canale di dialogo, segreto o basso livello, con il movimento islamico palestinese.

La risoluzione dell'Onu "condanna tutti gli atti di violenza e terrore diretti contro i civili e tutti gli atti di terrorismo" e chiede "la distribuzione senza ostacoli di assistenza umanitaria nella Striscia di Gaza". Il Consiglio chiede agli stati membri dell'Onu "d'intensificare gli sforzi in vista di accordi e garanzie a Gaza per poter sostenere una cessate il fuoco durevole, comprese misure per prevenire il traffico illecito di armi e munizioni e per assicurare la riapertura dei valichi".

Il testo "incoraggia" infine gli sforzi verso la riconciliazione inter palestinese e chiede un nuovo impegno per raggiungere una pace globale in Medio Oriente.

Il primo ministro israeliano Ehud Olmert convocherà oggi il suo gabinetto di sicurezza per discutere la risposta alla risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu che chiede il cessate il fuoco a Gaza.

Un rappresentante di Hamas a Beirut, afferma che la risoluzione Onu sul cessate il fuoco a Gaza non tiene conto degli interessi palestinesi. "Il fallimento d'Israele nel raggiungere i suoi obiettivi nella guerra a Gaza ha portato a questa risoluzione, nessuno ci ha consultato", ha detto Osama Hamdan, rappresentante di Hamas in Libano. "Questa risoluzione non tiene conto degli interessi palestinesi e non parla della fine dell'assedio e dell'apertura dei valichi – ha affermato – l'abbiamo già detto in precedenza, non vi sarà un cessate il fuoco fino a che l'assedio non verrà sospeso e i varchi riaperti''.

Intanto continua l'offensiva militare nella Striscia, con l'aviazione israeliana che ha colpito decine di obiettivi. Almeno nove palestinesi sono stati uccisi durante i raid della scorsa notte. Fra questi, riferiscono fonti palestinesi, vi sono sei membri della famiglia di un attivista del Fronte Democratico di Liberazione della Palestina: la moglie, la cognata e quattro bambini.

E dal rapporto di un'agenzia dell'Onu arriva una terribile denuncia: le forze israeliane hanno cannoneggiato ripetutamente un edificio dove erano stati spostati 110 palestinesi civili, uccidendo 30 persone. La che, sulla base di testimonianze, rivela che le forze israeliane la scorsa domenica hanno ordinato ai palestinesi, la metà dei quali erano bambini, di lasciare le loro case e spostarsi in un unico edificio avvisandoli di "non uscire". Le stesse forze israeliane avrebbero poi "ripetutamente bombardato" la casa 24 ore dopo nel quartiere di Zeitoun a Gaza City. Si tratta della stessa zona al centro della denuncia fatta ieri dalla Croce Rossa internazionale, che ha accusato le forze israeliane di aver impedito fino a mercoledì ai soccorsi di entrare nell'area per recuperare i feriti e portare aiuto alla popolazione stremata. Tra questi quattro bambini trovati ormai allo stremo, senza cibo o altro sostegno, accanto al cadavere della madre in una casa bombardata.

Alle prime ore di stamane forze aeree e navali israeliane hanno colpito una trentina di obiettivi a Gaza, uccidendo 10 persone fra cui una donna ucraina e il figlioletto di due anni. Lo affermano fonti palestinesi, citate sul sito di Haaretz. La donna, Overa al Jarou, sposata ad un medico palestinese che aveva studiato in Ucraina ed era tornato con lei a Gaza, è la prima vittima straniera dell'operazione 'piombo fuso', giunta ormai al 14esimo giorno. Nei primi giorni del conflitto centinaia di residenti stranieri della Striscia sono stati autorizzati a lasciare la Striscia di Gaza. Fra i dieci morti vi sono anche due militanti di Hamas.

Tra le vittime di questa mattina c'è anche il cameramen di fiducia di Yasser Arafat, Ihab al Wahidi, rimasto ucciso a Gaza quando un colpo di tank israeliano ha raggiunto la casa di otto piani dei suoceri. Al Wahidi si trovava su un balcone al quinto piano, che è crollato. Il cameramen, che ancora lavorava per la televisione palestinese, aveva ripreso la maggior parte delle attività di Yasser Arafat durante gli anni dell'esilio e dopo il suo ritorno nei territori in seguito agli accordi di Oslo del 1993.

Militanti palestinesi hanno lanciato questa mattina 17 missili contro città israeliane, ferendo leggermente una persona nell'area di Eshkol. I missili sia Grad che Qassam, sono stati lanciati anche contro Sderot, Beersheva, Ashkelon e Ashdod.