Home Attualità L’impianto eolico industriale dell’Acquacheta

L’impianto eolico industriale dell’Acquacheta

0

L’impianto eolico progettato sul crinale del Muraglione, in prossimità dell’Acquacheta e del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Falterona e Campigna, è un tipico caso di cattiva gestione del territorio. Il Consiglio Comunale di San Godenzo, all’unanimità, ha deciso di autorizzare la realizzazione di un impianto eolico industriale senza valutarne appieno l’impatto ambientale e probabilmente la decisione è stata presa in nome di un mero ritorno economico.
Vengono così disattesi i vigenti vincoli ambientali pensati per la tutela di un ambiente naturalistico di raro pregio e riconosciuto da tutti come patrimonio di valenza nazionale e internazionale. Occorre infatti ribadire che il sito prescelto (crinale tosco romagnolo fra Monte Peschiena e Fiera dei Poggi) è dichiarato di importanza comunitaria, tanto sul versante romagnolo che su quello toscano, in virtù della presenza di habitat e specie floro-faunistiche da proteggere con assoluto rigore.
Nonostante ciò, il parco eolico, composto da n. 14 torri (per una potenza totale di 46 MW) che assieme alle eliche raggiungono i 155 metri di altezza, si snoderà su un percorso di 5,5 km e per realizzarlo si dovranno consentire:
– il taglio diffuso di alberi ad alto fusto;
– gli sbancamenti della montagna necessari per le fondazioni delle torri;
– gli sbancamenti necessari per i 10 km di strade d’accesso alle installazioni.
Il progetto è stato presentato come un intervento compatibile con l’ambiente senza considerare che esso confligge con tutti gli strumenti di tutela paesaggistica e naturalistica previsti dagli atti di pianificazione locali (Piano Strutturale Comunale, già Piano regolatore, di S.Godenzo) provinciali e regionali (Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale e Piano di Indirizzo Territoriale della Regione Toscana) nonché con le Direttive di tutela ambientale (“Habitat”, 1992 e “Uccelli”, 1979) emanate dall’Unione Europea.
I potenziali impatti di tale progetto sull’identità dei luoghi, sulla flora, sulla fauna e sulle risorse idriche sotterranee sono tali da poter alterare permanentemente quelle componenti che la normativa vigente intende proteggere.
Il WWF ritiene imprescindibile l’abbandono delle fonti fossili e il passaggio alle fonti rinnovabili, tra le quali il vento occupa una posizione significativa, ma questo scenario alternativo deve tuttavia essere perseguito:
a) con una decisa inversione di tendenza nei consumi, valorizzando il risparmio e l’efficienza energetica;
b) con la sostituzione delle centrali a combustibili fossili con una rete di impianti alimentati da energie rinnovabili progettati nel rispetto dei vincoli di tutela ambientale e paesaggistica, secondo una coerente pianificazione energetica complessiva almeno di livello regionale.

L’handicap di questi due semplici criteri è quello di non alimentare il flusso di denaro che abitualmente accompagna le grandi opere e per questo motivo vengono puntualmente ignorati in sede di pianificazione.
All’orizzonte già si profila la volontà di prolungare il parco eolico dell’Acquacheta in direzione del crinale tosco-emiliano. Si parla infatti, con sempre maggiore insistenza, di accordi bilaterali Toscana – Emilia Romagna tesi ad agevolare l’iter autorizzativo di impianti eolici come quello dell’Acquacheta minimizzandone il potenziale impatto ambientale.
Il WWF, unitamente ad altre associazioni ambientaliste presenti sul territorio, vigilerà sul rispetto delle norme di tutela del territorio emanate, in nome dell’interesse generale, dall’Unione Europea, dallo Stato Italiano e dalle stesse due Regioni che ora sembrano dimenticarsene.