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La valtiberina chiede soluzioni immediate per le infrastrutture

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La valtiberina chiede soluzioni immediate per le infrastrutture

La Valtiberina da decenni è costretta a sopportare un gap infrastrutturale, che è diventato oggi non più sostenibile. Un gap che si riversa su cittadini e imprese determinando costi diretti e indiretti, carenze di nuove opportunità, isolamento, tutte condizioni diventate ancora più odiose che in passato. In questo senso, richiamiamo tutte le istituzioni competenti in materia, a fare ciascuna la propria parte per raggiungere in tempi brevi dei risultati tangibili. Naturalmente ci riferiamo alle due arterie stradali della E45 e della E78 (la famosa Due Mari), che l'una per le sue condizioni indecenti, l'altra per la sua inesistenza, rendono la Valtiberina tagliata fuori dalle grandi arterie di comunicazione e tutta la provincia di Arezzo con grossi deficit infrastrutturali.

«La E45 – dichiara Mauro Cornioli, vicepresidente Confartigianato – appartiene al “Corridoio 1 Berlino-Palermo”, e all’itinerario europeo che parte in Svezia “Karesuando-Gela”. Questa arteria funge da snodo non solo tra Italia settentrionale e meridionale, ma anche da collegamento con il “Corridoio 5 Lisbona-Kiev”, e quindi da via d’accesso per le imprese italiane verso i mercati dell’Europa Centro-Orientale. Circa 30mila veicoli, con punte di 50mila, percorrono quotidianamente una strada costellata da anni da grosse buche, cantieri deserti, con uno stato di manutenzione pessimo e segnaletiche orizzontale e verticale logorate o danneggiate. Gli automobilisti e gli autotrasportatori sono costretti così a fare i conti con i costi dovuti alle ore perse durante la percorrenza e all’eccessiva usura di pneumatici, ammortizzatori e parti della carrozzeria. Pagare un pedaggio per avere dei servizi decenti, sarebbe sicuramente un male minore rispetto alla condizione attuale. Anzi, sarebbe un prezzo che saremmo disposti a pagare, perché infinitamente minore dei costi che oggi siamo costretti ad affrontare».

Per la E78 invece, è mezzo secolo almeno che se ne parla, senza che tuttavia si sia raggiunto un tracciato riconosciuto e condiviso da tutte le parti in causa. «In un'epoca caratterizzate dalla scarsità delle risorse – continua Cornioli – questa mancanza, determina una debolezza del nostro territorio ancora più marcata nel momento in cui si trova a richiedere il finanziamento per un qualsiasi tracciato. È necessario perciò che venga messo da parte ogni particolarismo e campanilismo e che ognuno operi affinché si possa raggiungere un obiettivo, che indipendentemente dal tracciato, migliorerebbe la condizione di tutte le famiglie e le imprese presenti in Valtiberina e nei territori limitrofi. Pertanto, richiediamo con forza al Governo, alle Regioni, alle Provincie, ai Comuni, all'Anas, alle categorie economiche, alle imprese, ai cittadini e a tutti i soggetti interessati dal tracciato, a fare quanto è in loro potere per arrivare ad una soluzione in tempi brevi. Le nostre aziende -conclude Cornioli – in un momento di difficoltà economica come quello attuale, soffrono tremendamente per queste deficienze strutturali. Questa condizione inoltre, non attira le grandi imprese nel nostro territorio, che anzi, in momenti di ristrutturazioni industriali come quello attuale, preferiscono trasferirsi in territori meglio serviti dal punto di vista logistico».