Home Attualità Marcegaglia: ‘Senza riforme coesione sociale a rischio’

Marcegaglia: ‘Senza riforme coesione sociale a rischio’

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ROMA – Senza riforme è a rischio la coesione sociale, che è ''un bene assoluto, un patrimonio del Paese''. A lanciare l'allarme è la leader degli industriali, Emma Marcegaglia (nella foto), dal palco dell'assemblea generale di Confindustria che si è aperta con un ricordo di tutte le vittime del terremoto che ha colpito l'Abruzzo.

"Senza le riforme, al passo corto che l'economia italiana ha mostrato negli ultimi dieci anni, il ritorno sui livelli produttivi pre-crisi non avverrebbe prima del 2013'' ha detto Marcegaglia. ''Un arco di tempo troppo lungo – ha ammonito – per non avere conseguenze negative sulla vita dei lavoratori e delle imprese e sulla stessa coesione sociale". Riforme, dunque, come collante del tessuto sociale del Paese ma anche motore di sviluppo perché "l'economia italiana deve tornare a crescere: ne ha la capacità e un assoluto bisogno". La crisi, infatti, ''non può essere l'alibi per non fare le riforme, ma anzi in questo momento dobbiamo mobilitare tutte le energie, chiamare a raccolta tutte le forze per una grande azione di ammodernamento delle nostre istituzioni''. In un parola, ''serve un scatto di tutto il Paese nella capacità di fare ricerca e innovazione", prendendo le distanze sia "dai profeti della rinuncia alla crescita" che dagli "araldi della fine della globalizzazione".

La Marcegaglia ha chiamato in causa direttamente il presidente del Consiglio seduto in prima fila: "Mi rivolgo a lei, presidente Berlusconi. Il consenso che ha saputo conquistarsi è un patrimonio politico straordinario. Lo metta a frutto. Usi quel patrimonio per le riforme che sono necessarie. Lo faccia adesso. Perché questa è l'ora di fare le riforme". La necessità di un'azione riformatrice è stata rilanciata a più riprese e il premier ha annuito a lungo.

La leader degli industriali ha quindi ammonito a non abbassare la guardia sulla difficile congiuntura. ''Ci troviamo nel mezzo di una crisi violentissima che sta mettendo e metterà a dura prova le capacità di tenuta delle imprese e delle istituzioni. La reazione all'emergenza – riconosce – è stata vigorosa, si nota qualche segno di lieve miglioramento, ma sarebbe un errore abbassare la guardia''.

E perché il Paese esca con "successo" dalla crisi Marcegaglia si appella alla politica e al Cavaliere. "Nel mondo nuovo l'Italia e il suo sistema produttivo potranno avere un ruolo più forte di prima. Ciò avverrà – ha sottolineato – se la politica saparà scioglierci le mani, se saprà svecchiare il Paese ed eliminare le incrostazioni corporative che penalizzano il rischio, il merito e il futuro dei giovani". Quindi, rivolta al premier: "Presidente Berlusconi, sta innanzitutto a lei e al suo governo non deludere questa aspettativa. Un'Italia più capace di crescere sarà un'Italia migliore. ''Nella crisi – ha detto ancora – la politica si è data il compito di rassicurare gli italiani e ha assunto l'impegno di non lasciare nessuno indietro. Il nostro compito è un altro. Noi porteremo tutti più avanti".

Ora, le imprese, sottolinea Marcegaglia, ''sono schiacciate tra la riduzione degli ordini e la difficoltà di incasso dei pagamenti. Non bisogna far venir meno l'ossigeno del credito bancario. Questa è stata, è e sarà la nostra priorità assoluta. Se viene a mancare il credito tantissime imprese non ce la faranno ad arrivare all'appuntamento con la ripresa''.

Un capitolo è stato dedicato ai debiti contratti dalla P.A. con le aziende. ''La montagna di crediti delle imprese verso le pubbliche amministrazioni è una patologia insopportabile – ha lamentato – I ritardi nei pagamenti, già gravissimi, si sono allungati''. ''Ci hanno hanno spiegato che lo Stato e le altre amministrazioni non possono rimborsare subito tutti i debiti pregressi. Perché – sottolinea – ciò innalzerebbe il debito pubblico valido per i parametri europei. Resto convinta che questa sia una vergogna e chiedo perciò quando e come saremo pagati. In ogni caso questo scandalo non può continuare''.

Nel corso della sua relazione Emma Marcegaglia ha parlato anche della Fiat (''se si affermerà tra i pochi grandi gruppi mondiali sarà un ottimo risultato per tutto il Paese. E noi tifiamo perché ciò accada"), ha lanciato un appello a riprendere ''il cammino interrotto'' delle liberalizzazioni, ed ha sollecitato un ritorno al tavolo dei negoziati sui rinnovi contrattuali da parte della Cgil: ''Auspico che torni presto ad operare, insieme a noi, per il bene del Paese, per il bene dei lavoratori''.

Articlolo scritto da: Adnkronos/Ign