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Obama: ‘Assistenza sanitaria a tutti gli americani’

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Obama: ‘Assistenza sanitaria a tutti gli americani’

WASHINGTON – "Il tempo dei giochi è finito. Ora è il momento dell'azione". Così il presidente americano Barack Obama ha parlato davanti a senatori e deputati, in un discorso diffuso in diretta televisiva, per difendere il suo progetto di riforma sanitaria che, ha sottolineato, costerà 900 miliardi di dollari in dieci anni "meno di quanto abbiamo speso nelle guerre in Iraq e Afghanistan".

Nei 47 minuti del suo discorso ha assicurato di voler fornire "sicurezza e stabilità" a chi ha già un'assicurazione sanitaria e una copertura a chi non ce l'ha. "Non sono il primo presidente ad affrontare questa questione, ma sono determinato ad essere l'ultimo", ha affermato con decisione Obama, ricordando che il tema è sul tavolo dai tempi di Theodore Roosevelt e citando i brani di una lettera postuma inviata dal senatore Ted Kennedy, morto per un tumore il 25 agosto. "Quella che stiamo affrontando è prima di tutto una questione morale- si legge nella missiva che il senatore aveva preparato in maggio perché fosse diffusa dopo la sua morte – in ballo non vi sono solo dettagli politici, ma principi fondamentali di giustizia sociale e del carattere del nostro Paese". La riforma sanitaria "è il grande lavoro incompiuto delal nsotra società".

Il capo della Casa Bianca ha ribadito il suo sostegno ad un'assicurazione gestita dal governo in concorrenza con il sistema privato, ma ha mantenuto la porta aperta a soluzioni alternative per garantire a tutti copertura sanitaria: "se verrete con me con proposte serie, io sarò qui ad ascoltare".

Obama ha tracciato un futuro in cui sarà illegale per le assicurazioni interrompere o negare la copertura sanitaria a persone troppo malate, ma in cui tutti gli americani dovranno assicurarsi, anche le persone giovani e sane, per "non prendere in giro il sistema". Una assicurazione obbligatoria, come è quella contro gli incidenti per chi possiede un'auto.

Obama ha esordito ricordando il suo impegno contro la crisi economica, ma ha chiarito di essere diventato presidente "non solo per affrontare la crisi, ma anche per costruire un futuro". E ha ha sottolineato che la riforma non è più rinviabile, perché il sistema sanitario è giunto ad un "punto di rottura" con un costo per il governo che è "una volta e mezzo per ogni persona" più caro che in ogni altro paese ma al tempo stesso garantisce molto di meno di qualsiasi altro paese industrializzato.

Il presidente si è scagliato contro "lo spettacolo partigiano di questi ultimi mesi che è servito soltanto ad alimentare la sfiducia degli americani verso il governo". "Invece di un dibattito onesto abbiamo visto la tattica della paura", ha sottolineato il presidente che ha definito "una bugia" sia l'ipotesi di copertura sanitaria degli immigrati illegali che quella di "commissioni di morte" per decidere di metter fine alle cure ai malati terminali. Un passaggio che è stato accolto con un attacco da parte del deputato repubblicano della Carolina del Sud, Joe Wilson che in aula ha accusato Obama di essere un bugiardo.

"Non voglio perdere tempo -ha continuato il leadre della Casa Bianca – con quelli che hanno fatto il calcolo politico che è meglio affossare la riforma piuttosto che migliorarla". E per sottolineare che non ha chiuso la porta ad un compromesso con i repubblicani moderati, ha fatto sua una proposta di una task force per l'alto rischio, avanzata del suo avversario repubblicano alle presidenziali, il senatore dell'Arizona Jon McCain per aiutare nelle spese persone gravemente ammalate.

Articlolo scritto da: Adnkronos