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Rai, Garimberti: ‘Le nomine si fanno nel Cda’

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ROMA – "In Cda ho detto una cosa: finché sono seduto su quella sedia, le nomine si fanno nel Cda. Intendo mantenere quell'impegno". Lo ha spiegato il presidente della Rai Paolo Garimberti, nel corso di un'audizione in commissione di Vigilanza Rai.

La "situazione economico-finanziaria è oggettivamente critica", affrontarla è "una priorita'". Ma "la Rai è una azienda sana e solida, pronta a rispondere a tutti i grandi temi" aperti sul campo, ha spiegato il direttore generale della Rai, Mauro Masi, nel corso di un'audizione dei vertici Rai a Palazzo San Macuto.

La Rai oggi si trova di fronte a "tre grandi criticità" che l'azienda "e' in grado di affrontare", ha spiegato il direttore generale. La prima criticità è "quella del bilancio", in cui spiccano un calo della raccolta pubblicitaria che potrà concretizzarsi in un meno 150mln di euro per il 2009 e un aumento dell'evasione del canone al 30% sul totale. La seconda criticità riguarda la "governance interna. Sulla linea editoriale e le responsabilita' connesse c'e' qualche confusione, qualche 'misunderstanding' – ha detto Masi -. Bisogna chiarire, riformulare l'ampio capitolo della contrattualistica aziendale. Non ho mai visto in nessun Paese al mondo una azienda che da' in appalto pezzi della sua linea editoriale, senza poter intervenire, e per di piu' ne risponde. E' un 'gens giuridico' che non esisiste nel diritto positivo".

Poi, ultima criticità, ci sono gli organigrammi: "Quando li ho visti mi sono venuti i capelli ancora più bianchi", ha ammesso il Dg. "In Rai oggi ci sono 51 o 52, a seconda di come si definisce una posizione, 'primi riporti' per il direttore generale, cioe' persone che riportano direttamente a lui. In Eni ce ne sono 27. Qualcosa nell'assetto organizzativo va rivisto".

Masi ha spiegato che e' "prioritario individuare il percorso per fronteggiare il peggioramento dei conti aziendali", a cominciare da una "impellente azione per il recupero del canone".

"La Rai – ha rimarcato Masi – ha oggi di fronte nuove sfide di enorme rilievo: la prospettiva del digitale terrestre, la nascita di un ascolto satellitare significativo, lo sviluppo dei nuovi media, per citare solo i temi più rilevanti nel dibattito che si sviluppa in quest'aula e piu' in generale in Parlamento e sui mezzi di informazione, che sono solo una parte del più generale dibattito sul ruolo e la natura del servizio pubblico oggi".

Nonostante la situazione dei conti Rai, l'azienda non intende sottovalutare l'importanza del passaggio dall'analogico al digitale. "Il passaggio al digitale merita adeguate risorse", ha spiegato Masi. "Lo switch off cade quando c'è una delle peggiori situazioni, ma gli investimenti sono consistenti – ha aggiunto il Dg -. Oggi la nostra audience ragioni in termini analogici, noi dobbiamo 'educarla' al digitale".

E a proposito di innovazione, la Rai cala i suoi assi tecnologici, sviluppati con aziende all'avanguardia del settore hi-tech e nelle tlc. Tv in 3D visibile ad occhio nudo o con occhiali speciali, schermi a comando vocale che integrano la tv digitale con il pc e ancora trasmissioni in chiaro, on demand o servizi multimediali ricevibili direttamente su palmari e cellulari.

La più grande azienda culturale del del paese ribadisce il suo ruolo trainante nell'innovazione tecnologica organizzando nella sede romana di Viale Mazzini il suo primo 'Innovation day' e presentando i progetti sviluppati dalla Direzione Strategie tecnologiche del servizio pubblico nell'ultimo anno, anche in occasione degli 80 anni del Centro Ricerche Rai di Torino.

L'iniziativa dell'Innovation Day è inserita tra le manifestazione dell'Anno Europeo per la Creatività e l'Innovazione e fa parte degli impegni della Rai come servizio pubblico, come sottolineato dal presidente di Viale Mazzini, Garimberti: "La Rai ha come sua precipua missione l'innovazione tecnologica. Fa parte del suo core business – ha sottolineato Garimberti – non solo la ricerca ma anche la diffusione della nuove tecnologie presso i cittadini. Come il servizio pubblico è stato un fattore determinante nell'unificazione linguistica di questo Paese, così può esserlo anche per la diffusione dell'alfabetizzazione digitale".

Articlolo scritto da: Adnkronos