Home Nazionale Scoppia la ‘guerra delle cozze’ tra Belgio e Olanda

Scoppia la ‘guerra delle cozze’ tra Belgio e Olanda

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BRUXELLES – Nei fine settimana, Annick De Ridder, deputata al Parlamento fiammingo, si ferma in tutti i ristoranti del centro storico di Anversa. Obiettivo? Distribuire volantini e chiedere ai cittadini di boicottare le famose cozze della Zelanda, di cui i belgi vanno ghiotti. Annick De Ridder vuole cosi' protestare contro il governo dei Paesi Bassi che non ha ancora avviato i lavori di scavo dell'estuario occidentale del fiume Schelda, come stabilito in un accordo bilaterale tra i due Paesi.

Un vero problema, visto che in questo modo il porto di Anversa resta inaccessibile per le grandi navi, con un pescaggio di almeno 13,10 metri. Negli ambienti diplomatici, la questione non e' presa affatto alla leggera e le relazioni tra Belgio e Olanda si stanno sempre piu' degradando. Appena pochi giorni fa, Kris Peeters, il ministro-presidente del governo fiammingo ha convocato l'ambasciatrice dei Paesi Bassi per comunicargli la sua "grave preoccupazione" circa la decisione del Consiglio di Stato olandese di non autorizzare, almeno per il momento, i lavori di scavo nell'estuario.

Motivo? Sarebbero estremamente nocivi per l'ambiente. Intanto, un gruppo di deputati fiamminghi ha chiesto ai Paesi Bassi di promuovere una legge d'urgenza per consentire la rapida esecuzione dei lavori. E Kris Peeters ha minacciato i 'cugini' olandesi: "la buona cooperazione con i Paesi Bassi potra' proseguire solo se sara' rispettato l'accordo sulla Schelda occidentale". Le cozze della Zelanda rappresentano il 50% del mercato belga e i fiamminghi non ci rinunceranno cosi' facilmente. Ma cio' non toglie che Annick De Ridder sia veramente arrabbiata. L'impossibilita' per le grandi navi di raggiungere il porto di Anversa va infatti tutta a vantaggio del porto di Rotterdam, il grande concorrente.

"I Paesi Bassi – denuncia la deputata al quotidiano olandese 'Nrc Handelsblad' – stanno distruggendo il porto di Anversa". E non e' la prima volta. L'Olanda ha gia' chiuso la Schelda occidentale nel sedicesimo, diciassettesimo e diciottesimo secolo, facendo della seconda citta' del Belgio una citta' fantasma. Per molti questo rischia oggi di ripetersi, con 180mila persone che perderebbero il posto di lavoro. Ma se oggi la protesta ruota intorno alle cozze della Zelanda, domani potrebbe tradursi in azioni piu' incisive, come l'introduzione di una vignetta autostradale, un'idea che penalizzerebbe soprattutto i camion dei Paesi Bassi. Bruxelles potrebbe anche decidere di ritardare i lavori del Treno ad Alta velocita' per Amsterdam o rinunciare ad organizzare i Campionati del mondo di calcio insieme agli olandesi.

Ma non solo. Una parte del canale che collega la Schelda al Reno passa proprio per il Belgi. Cosi', la De Ridder suggerisce di farlo diventare un parco naturale. "Sono proprio curiosa di conoscere tutte le specie di animali rari che vivono da quelle parti…", ironizza la deputata. Ma il porto di Rotterdam c'entra davvero qualcosa in tutta questa vicenda? "Non posso fare a meno di pensare che una spinta protezionistica svolga il suo ruolo", spiega ancora la De Ridder.

Intanto, il commissario della regina olandese in Zelanda, Karla Peijs, ha dichiarato nei giorni scorsi ad una televisione locale che i Paesi Bassi rischiano di perdere la loro credibilita' internazionale se non avviano rapidamente i lavori richiesti dal Belgio. Anche per Karla Pejis, il governo deve far votare al piu' presto una legge d'urgenza. "Avere cattivi rapporti con i propri vicini non e' una bella idea. E poi siamo un popolo di parola. Abbiamo firmato un accordo", ha ricordato ancora la commissaria della regina. Il Partito per la Zelanda (Pvz) ha chiesto invece una riunione d'urgenza, con tutti i responsabili delle provincia, per discutere della controversia con il Belgio. Secondo il Pvz, il conflitto mette la provincia neerlandese in una posizione "impossibile".