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Vivisezione: la LAV scende in piazza per informare i cittadini

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Vivisezione: la LAV scende in piazza per informare i cittadini

Secondo gli ultimi dati disponibili, resi noti dal Ministero della Salute, l’uso di animali per ricerche scientifiche e farmaceutiche ha registrato, nel biennio 2006-2007 una media di più di 900mila animali utilizzati all’anno in Italia: un numero allarmante, in controtendenza rispetto allo scenario scientifico nazionale ed europeo, sempre più rivolti alla promozione di metodi sostitutivi all’impiego di animali.

Sempre nel biennio 2006-2007 sono state 60 le autorizzazioni rilasciate dal Ministero della Salute per l’apertura di nuovi stabilimenti che utilizzano animali per la sperimentazione, di cui 18 quelli realizzati: una media di circa 9 l’anno, quasi uno ogni mese e mezzo. Salgono così a 599 in totale gli stabulari in funzione in tutta Italia, 55 nella sola Toscana.

La falsa sicurezza che spesso danno i test su cavie ha fatto si che la storia della farmaceutica fosse costellata di tragedie, provocate da medicinali innocui per gli animali da laboratorio, ma dannosi per l’uomo e viceversa, mentre continuano ad essere ignorate molte importanti scoperte mediche che non vengono accettate perché non possono essere “provate” da esperimenti animali, benché siano solidamente basate sull’evidenza clinica.

Un esempio è dato dalla scoperta che un basso livello di radiazione sui genitori, può causare la leucemia nei discendenti, anche se la radiazione avviene prima del concepimento: scoperta non confermata da esperimenti animali, poiché gli animali da laboratorio danno i risultati più svariati, potendo dimostrare o confermare qualsiasi ipotesi si desideri.

I numerosi metodi in grado di sostituire l’impiego di animali nella sperimentazione, tra cui studi clinici, epidemiologici, tecniche in vitro, sviluppo di nuove biotecnologie per la diagnosi precoce e modelli matematici come i QSAR, sono purtroppo del tutto ignorati sia da chi utilizza gli animali, sia dal Ministero della Salute che autorizza i progetti di ricerca.

“Il problema non riguarda unicamente i milioni di animali torturati per scopi scientifici vani, ma inevitabilmente anche i milioni di malati, che nella ricerca e nei farmaci ripongono speranze di cura e di vita – dichiara Michela Kuan, responsabile nazionale settore Vivisezione della LAV – Gli animali da laboratorio, inoltre, sono esseri viventi privati di normali simbiosi con micro-organismi con i quali si sono evoluti, isolati da suoni, odori, con dinamiche comportamentali artificiali e mutanti, per cui i dati ottenuti da ricerche su di essi non sono attendibili nemmeno per i loro con specifici”.

Le malattie complesse che affliggono la nostra specie, inoltre, non sono riconducibili ad un solo gene ma sono il prodotto di controlli multifattoriali e reazioni a catene interconnesse. I grandi passi avanti nella cura di malattie quali il cancro, l’AIDS e malattie genetiche, infatti, sono da imputare a studi epidemiologici e clinici.

Rivolgiamo, infine, ai cittadini l’invito a destinare il 5×1000 della dichiarazione dei redditi alla LAV, inserendo il codice fiscale dell’Associazione, 80426840585, e la propria firma nel riquadro “Sostegno del volontariato e delle altre organizzazioni non lucrative di utilità sociale…”: in questo modo potranno sostenere l’associazione nelle sue battaglie per i diritti degli animali, prima fra tutte quella per una sperimentazione che ricorra a metodi alternativi all’uso di animali. (Info su www.lav.it).