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Ambiente: a gennaio stop sacchetti plastica

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Ambiente: a gennaio stop sacchetti plastica

Roma (Adnkronos Salute)- Stop dal 1 gennaio 2011 ai sacchetti di plastica il cui consumo in Europa ha toccato i 100 miliardi di unità. Il bando agli shopper usa e getta farà dunque risparmiare all'ambiente tonnellate di rifiuti anche nel nostro Paese, dove ogni anno, si consumano circa 24 miliardi di buste non biodegradabili. E a salutare con entusiasmo la messa al bando dei sacchetti di plastica è il Wwf, che ritiene "estremamente positivo che finalmente non potranno più essere prodotti o messi in commercio gli shopper non biodegradabili che soffocano l'Italia".
"Non c'è più ulteriore tempo da perdere", avvertono però gli ambientalisti. E il bilancio dei consumi italiani di sacchetti di plastica dà ragione agli allarmi del Wwf. Gli italiani, infatti, sono tra i più assidui utilizzatori, con un consumo annuo stimato in quasi 400 a testa.
"Consapevole dell'importanza del tema", il Wwf ha quindi in corso una partnership con Auchan che da giugno 2009 a luglio 2010 ha fatto risparmiare all'ambiente, riferiscono gli ambientalisti, "30 milioni di shopper grandi in polietilene e 180 milioni di sacchetti piccoli, per un totale di 1.458 tonnellate di plastica, pari a una superficie di 45 mila chilometri quadrati, circa due volte la superficie della Toscana".
Ma come sostituire gli shopper di plastica? Al loro posto, gli ambientalisti stanno già immettendo sul mercato la 'borsa milleusi' il cui ricavato, sottolinea il Wwf, va a sostegno delle Oasi dell'associazione. "Ne sono stati venduti oltre 1 milione e 200 mila esemplari in solo anno", dice il Wwf. Dallo scorso settembre, inoltre, è pronta una special edition della borsa milleusi realizzata con illustrazioni esclusive firmate da Fulco Pratesi, fondatore italiano del Wwf.
L'associazione ambientalista ricorda che "da un lato un sacchetto di plastica ha per il consumatore una vita media che si stima essere inferiore ai 20 minuti, mentre dall'altro, purtroppo, i sacchetti in plastica non sono biodegradabili in quanto derivati dal petrolio, e quindi persistono nell'ambiente per decine di anni o più, con gravissime conseguenze per la natura".
Basti pensare che solo nei mari, per esempio, dove i sacchetti in plastica tendono ad accumularsi, sono causa di mortalità per migliaia di delfini, balene, foche, tartarughe marine, ma anche uccelli marini che, scambiandole per le meduse o le prede di cui si nutrono, finiscono per ingerirle morendo soffocati o per danni irreparabili all'apparato digerente.

Articlolo scritto da: Adnkronos