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Bangkok, si torna a sparare: un morto

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BANGKOK – Si torna a sparare a Bangkok. Un manifestante delle camicie rosse è stato ucciso da un cecchino che lo ha colpito alla testa. Sale così a 25 il numero dei morti da quando giovedì scorso l'esercito ha cinto d'assedio la zona occupata dalle camicie rosse, sulla Ratchaprasong Road.
Domenica un ultimatum è stato lanciato ai ribelli affinché mettano fine in modo pacifico alla protesta e tornino a casa. Il governo ha quindi intimato a donne, anziani e bambini di abbandonare l'area al centro della città stretta d'assedio dai militari entro lunedì pomeriggio.
Intanto in una conferenza stampa Natthawut Saikua, uno dei leader dell'Udd (Fronte unito per la democrazia contro la dittatura), ha ribadito l'intenzione di riprendere i colloqui di pace con il governo con la mediazione dell'Onu. "Se l'Onu sarà presente, l'Udd è pronto a colloqui di pace per porre fine rapidamente al violento conflitto in corso e alla crisi politica", ha detto. Ma se il governo usa la forza contro le camicie rosse, ha aggiunto, l'Udd non cederà e continuerà a protestare.
In precedenza Jatuporn Prompan, un altro leader dell'Udd, aveva chiesto l'intervento del re Bhumibol. "E' ora di chiedere aiuto all'amato padre della patria come nel maggio del 1982 quando il re blocco' lo spargimento di sangue", ha detto Jatuporn.
Revocato intanto l'ordine di coprifuoco annunciato domenica mattina dal premier Abhisit Vejjajiva. Il governo, ha spiegato il generale Aksara Kerdphol, non lo ritiene più necessario. La decisione è stata presa dal Cres, il comitato di crisi governativo dopo la notizia che i principali leader della protesta hanno deciso di non trattenere i manifestanti che vorranno tornare a casa.
Nattawut Saikua, uno dei leader delle camicie rosse ha spiegato che i manifestanti che si trovano alla Rajaprasong Intersection non verranno fermati se vorranno andarsene.
Il governo "ora è in grado di controllare la situazione", ha detto in diretta tv il generale, spiegando che l'imposizione del coprifuoco avrebbe inciso negativamente sulla vita della cittadinanza della capitale.
Le circa 400 scuole pubbliche che dovevano riaprire lunedì per una nuova sessione resteranno chiuse fino alla prossima settimana.

Articlolo scritto da: Adnkronos