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Guida per rispettare e far rispettare Diritti del Bambino in Ospedale

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FIRENZE – Orari e tempi di cura flessibili, orientati ai bisogni del bambino e della sua famiglia, e strutture che cercano di essere davvero a misura di bambino, predisponendo in modo adeguato gli accessi, l’accettazione, la segnaletica, accoglienza, ospitalità. Per contro sembrano non ancora adeguata la comunicazione mirata sui diritti del bambino ospedalizzato e la relativa formazione di medici e operatori. Sono le luci e ombre che emergono dalla situazione toscana sul rispetto dei diritti del bambino in ospedale.

Carenze a cui darà risposta il progetto che sta arrivando alle fasi finali (domani al Meyer si terrà la tappa più importante), concretizzandosi in una “Guida” di auto-valutazione di semplice comprensione e agile utilizzo che consentirà agli operatori delle Pediatrie toscane di verificare, nel proprio contesto lavorativo, quanto siano rispettati i diritti del bambino in ospedale e soprattutto permetta loro di essere davvero protagonisti dei piccoli e grandi cambiamenti necessari. La guida è innovativa perché non sarà un documento calato dall’alto, ma realizzato da 250 operatori toscani provenenti da numerose realtà sanitarie regionali e dai “mondi” vicini al bambino in ospedale (ostetriche, infermiere, pediatri, psicologi, insegnanti, assistenti sociali, volontari, operatori degli uffici Urp e della formazione…). Inoltre, verrà elaborata una proposta sul tema dei diritti del bambino nel contesto ospedaliero da inserire nel prossimo Piano Socio Sanitario (PSS) toscano, nell’Area Materno Infantile.

Questi risultati saranno il prodotto di un anno di lavoro condotto nel "Percorso di formazione/azione finalizzato allo sviluppo di un sistema di promozione e valutazione del rispetto dei Diritti del Bambino in Ospedale (DBH)", che nasce su iniziativa e in collaborazione con il gruppo di lavoro regionale HPH Bambini costituito per monitorare e incentivare iniziative di promozione della salute per bambini e adolescenti in ambito ospedaliero. Un gruppo composto da rappresentanti delle Aziende Sanitarie della Regione, coordinato dall’Azienda Ospedaliero Universitaria Meyer, che è inserito nella Rete HPH (Ospedali per la Promozione della Salute) Toscana. Ne sono responsabili: Dott.ssa Maria José Caldés 
Dott.ssa Benedetta Rotesi 
Dott.ssa Katalin Majer.

Ben 250 operatori coinvolti nelle tre Aree Vaste e provenienti dalle Aziende Sanitarie toscane. Questi i numeri di quella che in autunno verrà presentata come la “Guida” il cui obiettivo dichiarato è quello di rendere concreta e realizzabile l’applicazione dei Diritti del Bambino in Ospedale. Già perché, a dispetto della notorietà internazionale delle Carte dei diritti – come ha appurato il gruppo di lavoro toscano – i principi che le compongono sono distanti dall’essere applicati, come è ancora carente, tra gli stessi operatori, la conoscenza dei principi contenuti.

La Carta ancora così sconosciuta. Come risulta infatti da un’indagine conoscitiva di livello internazionale condotta in oltre 100 ospedali e dipartimenti pediatrici all’interno della Regione Europea dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, solo 50 su 114 fra gli ospedali interpellati, hanno dichiarato di adottare ufficialmente una Carta dei Diritti del Bambino, mentre solo 21 ospedali utilizzano strumenti di verifica del rispetto di questi diritti. La realtà Toscana riflette questo scenario internazionale, dominato dalla disomogeneità nella conoscenza, nell'applicazione della Carta per i Diritti del Bambino in Ospedale e dei rispettivi strumenti di verifica. Consapevoli di questa carenza, ha preso avvio il progetto di impatto regionale che ha individuato un percorso di formazione/azione rivolto ai professionisti delle Aziende Sanitarie Toscane, coinvolgendo operatori delle Unità Operative di Pediatria e dei Dipartimenti Materno/Infantili con vari profili professionali e a tutti i soggetti presenti nelle Aziende interessati al tema). Obiettivo: sviluppare un sistema di promozione e valutazione del rispetto dei diritti del bambino in ospedale.

Il progetto toscano. *Il progetto è stato accolto da Regione Toscana che ha recepito questo bisogno formativo (Delibera Regionale n.643 del 4 agosto 2008), dando così avvio al percorso, della durata di un anno. Tra gli obiettivi principali, va segnalato proprio quello di produrre, alla fine del processo, in modo condiviso con l’intera rete di operatori che hanno preso parte al progetto, un documento sui diritti del bambino in ospedale che non solo divenga parte del Piano Socio Sanitario, ma sia capace di offrire un semplice sistema di valutazione per la verifica dell’applicazione dei diritti. Un lavoro che affonda le radici nel confronto e nella valorizzazione che gli operatori hanno fatto delle proprie esperienze, arricchendo le competenze personali anche in materia di Diritti del Bambino in Ospedale (DBH).

Un anno di lavoro condiviso dalla rete di operatori. Inizia il 16 ottobre del 2009 il viaggio che ha coinvolto 250 operatori del Sistema Sanitario Toscano con tre moduli didattici (uno per ogni Area Vasta), durante i quali i professionisti coinvolti non solo sono stati formati sul tema Diritti del Bambino in Ospedale (DBH), ma, soprattutto, sono stati stimolati ad individuare le criticità, formulando proposte per un approccio sinergico al tema e soprattutto producendo un documento capace di colmare queste lacune con un sistema di verifica davvero rispondente alle realtà che ogni operatore conosce e vive nel proprio ambito. “Interessante notare quanto messo in luce dai risultati dei questionari di gradimento somministrati ai partecipanti del corso”- spiegano gli organizzatori -. Gli operatori infatti sottolineano carenze su vari temi, ovvero *nell’informazione/formazione sugli “abusi e maltrattamenti sui minori”; nella qualità della comunicazione tra gli operatori nel proprio contesto lavorativo; nella formazione interdisciplinare sui temi riguardanti il rispetto dei diritti del bambino in ospedale (approccio giuridico; bioetico; psicologico) e nella disponibilità di supporto psicologico per gli operatori per affrontare situazioni di disagio e evitare burn-out”. Al termine di ogni modulo didattico è stata elaborata una proposta per la “Guida” di autovalutazione per verificare il rispetto dei diritti del bambino in ospedale all’interno della realtà pediatrica toscana.

Le tre proposte nate dagli operatori diventano una sola. Domani, 30 giugno 2010 si terrà a Firenze il Seminario che rappresenterà il momento di elaborazione e sintesi dei risultati prodotti nei moduli didattici del percorso formativo Diritti del Bambino in Ospedale (DBH). Durante la giornata verranno analizzati i lavori elaborati durante i moduli formativi, per ottenere, insieme ad esperti regionali, una check-list unica e condivisa dall’intera rete di operatori che hanno preso parte al progetto. In questa occasione sarà presentata anche la bozza di proposta per il documento del PSS.

*Il filo conduttore del progetto formativo sui Diritti del Bambino in Ospedale _ dicono Dott.ssa Maria José Caldés 
Dott.ssa Benedetta Rotesi 
Dott.ssa Katalin Majer – è il principio di partecipazione attiva di tutti coloro che si confrontano ogni giorno, nella propria realtà lavorativa, con problemi spesso complessi, di carattere clinico, giuridico, etico, psicologico in ambito pediatrico”. *

In autunno la conclusione di un anno di lavoro. Si terrà in autunno, la giornata conclusiva, dedicata alle buone pratiche del territorio toscano sul rispetto dei diritti del bambino nel contesto ospedaliero, durante la quale verranno presentati i risultati finali del percorso didattico.