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Haiti, Farnesina: 2 persone da contattare

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ROMA – Sono ancora due gli italiani da contattare ad Haiti, mentre per altre due persone "esistono purtroppo più che fondate ragioni di serissima preoccupazione". E' quanto rende noto la Farnesina nel fornire un bilancio aggiornato dei connazionali coinvolti nel sisma, bilancio che comprende anche i due morti accertati negli ultimi giorni.
Per quanto riguarda le segnalazioni delle due persone, apparentemente in zona, ancora da riscontrare, la Farnesina riferisce che le segnalazioni "risultano così indeterminate da far ritenere che riguardino individui non effettivamente presenti ad Haiti". Le ricerche proseguiranno "finché sarà tecnicamente possibile". L'attività di ricerca e assistenza dei nostri connazionali, pur in presenza di perduranti difficoltà logistiche e di sicurezza, continua ad essere condotta dalla "squadra Italia" formata da uomini dell'Unità di Crisi della Farnesina, del Consolato Onorario ad Haiti, dell'Ambasciata a Santo Domingo, dalla Protezione civile e da altre amministrazioni che hanno inviato personale di soccorso nell'isola. La squadra italiana continua inoltre a operare per favorire i rimpatri verso le destinazioni richieste dai nostri connazionali.
La Farnesina ribadisce infine che ulteriori segnalazioni di persone potrebbero ancora emergere nelle prossime giornate, così come potrebbe darsi il ritrovamento di persone non segnalate. L'Unità di Crisi e le nostre rappresentanze diplomatiche rivolgono ancora un appello a quanti in possesso di informazioni relative a possibili presenze nell'isola per poter cosi' comporre il quadro della situazione quanto piu' chiaramente possibile.
Intanto ai microfoni del Gr1 Rai Guido Bertolaso, capo del Dipartimento della Protezione civile in Italia, ha illustrato gli interventi che sosterrà il nostro Paese, escludendo che l'Italia assuma un ruolo di leadership sulla gestione dell'emergenza umanitaria. "Sicuramente – ha spiegato – nel settore sanitario andremo avanti con il funzionamento di questo ospedale pediatrico".
"Poi – ha detto ancora – con l'arrivo della Cavour, il genio militare potrà dare una mano nella rimozione delle macerie, nella riapertura di strade e inoltre, cosa più importante in questo momento, garantire un posto dove dormire, dove trovare da mangiare, avere un po' d'acqua a questo mezzo milione di sfollati che si aggira senza sapere cosa fare e dove andare. In questo contesto – ha aggiunto il capo della Protezione civile – si possono benissimo organizzare delle tendopoli che servono da punto di raccolta, di accoglienza, di conforto per queste persone".
Quanto alla possibilità di esportare ad Haiti l'esperienza dell'Aquila, per Bertolaso "si sarebbe dovuta esportare dal primo minuto quando il caos imperava e c'era grande disorientamento. Oggi la situazione è molto più complessa". L'italia, ha spiegato Bertolaso, non ha intenzione di assumere un ruolo di leadership sulla gestione dell'emergenza, poiché "questo spetta alle nazioni unite e a Paesi più importanti e più vicini geograficamente ad Haiti, ma l'Italia si vuole ritagliare un settore d'intervento che sarà sicuramente fra i più efficaci e più utili davvero per la popolazione del posto".

Articlolo scritto da: Adnkronos