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Lo sportello Antimobbing si trasforma in ‘Per il benessere lavorativo’

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Lo sportello Antimobbing si trasforma in ‘Per il benessere lavorativo’

Arezzo – Lo sportello antimobbing cambia e rilancia la sua attività, rinnovando anche il protocollo di intesa con l'azienda Usl 8 per il suo utilizzo. "E' un progetto che, a tre anni di distanza dal suo avvio in fase sperimentale, può oggi assumere le caratteristiche non più di sportello antimobbing, ma più in generale finalizzato al benessere lavorativo -, spiega il Vicepresidente della Provincia Mirella Ricci. Dai dati relativi a questi tre anni, nei quali sono stati 102 gli utenti che si sono rivolti allo sportello, abbiamo nell'80% dei casi problemi di natura contrattuale, per il 16,5 % problematiche inerenti le relazioni e solo un 3,5% ha presentato problematiche ascrivibili alla fattispecie del mobbing. Il dato, tra l'altro, è analogo a quelli rilevati a livello nazionale, tanto che in tutta Italia è in corso un dibattito per la modifica degli obiettivi e delle funzioni degli sportelli antimobbing. L’analisi delle tipologie della domanda pervenuta evidenzia infatti un bisogno di ascolto ed orientamento per problemi di natura contrattuale o relazionale ma non ascrivibili al mobbing e conduce alla valutazione che emerge una necessità indubbia di accompagnamento che riguardi la sfera dell’organizzazione aziendale e del benessere sul luogo di lavoro. Da qui nasce la nostra proposta di modifica dello sportello, che diventa del benessere lavorativo, sulla quale abbiamo trovato il pieno consenso dell'Azienda Usl 8 che, infatti, rinnova il protocollo per il suo utilizzo", ha concluso Mirella Ricci. Saranno riconfermate le figure professionali attuali dello sportello, che sono uno psicologo, un legale, un esperto di medicina del lavoro e un consigliere di fiducia con esperienze nel campo delle relazioni sindacali. "Lo sportello – ha affermato il Direttore Generale dell'Azienda Usl 8 Enrico Desideri – ci aiuta non soltanto a capire le dimensioni e le dinamiche del fenomeno, ma soprattutto ad attuare politiche per il benessere lavorativo condivise tra più enti. Tre sono i capisaldi di queste politiche: la valorizzazione del merito, la responsabilizzazione e lo stile di leadership, inteso come relazioni sane tra le persone. Questo consentirà a tutti di lavorare meglio e di più, riducendo sensibilmente anche i rischi di errore e di infortunio". Il progetto, quindi, ne esce rafforzato e valorizzato e rimane a disposizione di tutti i lavoratori, sia pubblici che privati.