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Sarah, molte impronte digitali sul cellulare

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Sarah, molte impronte digitali sul cellulare

Roma – (Adnkronos) – Secondo quanto apprende l'ADNKRONOS, da fonti investigative, un supplemento di indagini è stato richiesto dall'autorità Giudiziaria al Reparto investigazioni scientifiche dei carabinieri, il Ris di Roma, per verificare se ci sono tracce biologiche che portino ad accertare la presenza di impronte diverse sul telefonino di Sarah Scazzi consegnato agli inquirenti il 29 settembre dallo zio, Michele Misseri, che una settimana dopo si è autoaccusato dell'omicidio della ragazzina 15enne di Avetrana.
Questo approfondimento può contribuire a stabilire se altre persone abbiano toccato quel cellulare, oltre alla stessa Sarah e allo zio. Una certezza giunta dalle indagini nelle ultime ore è che il telefonino è stato messo in quell'uliveto alla periferia della cittadina jonica uno o due giorni prima del suo ritrovamento simulato
E' probabile che alla fine di questi e altri accertamenti scientifici vengano sentite come persone informate sui fatti le due cugine di Sarah, Valentina e Sabrina Misseri, e la madre di queste ultime, moglie dell'omicida confesso, Cosima Spagnolo, sorella della madre della vittima. Soprattuto Sabrina, che quel pomeriggio aspettava la giovane amica per andare al mare, dovrà spiegare alcune lievi divergenze con il racconto fatto dall'altra amica, Mariangela, e con le varie e contraddittorie deposizioni del padre. Ci si interroga anche sul mancato sequestro del garage nel quale è avvenuto l'omicidio. Gli investigatori ritengono che essendoci stata ''ampia dichiarazione confessoria ed essendo passato diverso tempo dal momento del delitto, non ci fossero più le condizioni''.
"Ieri, per la prima volta, gli ho chiesto se si fosse pentito del suo gesto e lui mi ha detto di essersi pentito da quando ha bruciato gli abiti della ragazza; ma a me non ha mai espresso il desiderio di volersi suicidare", ha detto dal canto suo ai microfoni di 'Mattino Cinque' su Canale 5 è l'avvocato Daniele Galloppa, il legale di Michele Misseri. "Sono andato a trovare il mio assistito in carcere e l'ho visto ancora sotto effetti di farmaci tranquillanti – racconta l'avvocato- I miei dubbi mi hanno portato a ritenere che ci fossero grosse incongruenze nella testimonianza rilasciata da Misseri ed è anche per questo che ho chiesto l'istanza al gip per la perizia psichiatrica, per capire se il mio assistito era o no capace di intendere e di volere al momento del fatto. Ma chiedo anche se il mio assistito abbia o meno la capacità di partecipare alle vari fasi del processo: ho molti dubbi".
Per l'avvocato Galloppa, "la contraddizione della testimonianza del mio assistito a proposito dell'uso del verbo al plurale, subito corretto, che farebbe pensare ad un eventuale complice nell'omicidio di Sarah, è una goccia nell'oceano delle contraddizioni e tra le molte contraddizioni questa mi sembra marginale". Fa osservare poi il legale: "Michele Misseri è un uomo abituato al sacrificio, a sacrificare se stesso per tutelare qualcun altro. Ieri, nel momento in cui gli chiedevo di raccontarmi la sua giornata standard, mi ha detto che era solito svegliarsi alle 3 e mezzo del mattino per aiutare la famiglia nei lavori domestici prima di andare a lavorare. Ieri la figlia Sabrina si è recata in carcere, ma non le hanno consentito di parlare con il padre. Misseri ieri mi ha chiesto come stava Valentina, ma non mi ha chiesto niente dell'altra figlia, Sabrina".
Secondo il legale di Michele Missseri, "se venisse provato che la violenza sul corpo di Sarah non c'è stata, la situazione cambierebbe radicalmente". L'avvocato Galloppa rivela poi che "Misseri ha chiesto particolarmente della figlia Valentina, perché temeva fosse tornata a Roma; ma tengo a precisare che non ha trascurato il resto della famiglia".

Articlolo scritto da: Adnkronos