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Tlc, allarme Garante: rete mobile rischio collasso troppi smartphone

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Tlc, allarme Garante: rete mobile rischio collasso troppi smartphone

ROMA – La rete mobile per la banda larga in Italia è a rischio collasso per la massiccia diffusione degli smartphone. A lanciare l'allarme è il presidente dell'Autorità per le comunicazioni Corrado Calabrò, illustrando la Relazione annuale dell'Agcom alla Camera dei deputati.
''L'Italia – spiega Calabrò – è il secondo Paese europeo per diffusione della banda larga mobile. Ma se non interveniamo rapidamente, con il tasso attuale di diffusione degli smartphone, la nostra rete mobile rischia il collasso. L'Agcom con vivo apprezzamento della commissaria Kroes, sta portando avanti, in Europa e in Italia, una politica finalizzata alla liberazione in tempi brevi delle frequenze radio. Contiamo di rendere disponibili circa 300 Mhz da mettere all'asta per la larga banda''.

ITALIA SOTTO MEDIA UE PER BANDA LARGA
''L'Italia è sotto la media Ue per diffusione della banda larga'' con il 20,6% della popolazione raggiunta contro una media europea di 24,8% ''nonché per il numero di famiglie connesse a internet'', con il 53% contro una media Ue del 65%, ''oltre che per la diffusione degli acquisti on-line e per il contributo dell'Ict al Pil'' che è al 3,9% contro una media del 5%. ''Il nostro Paese – prosegue Calabrò – è il fanalino di coda nel commercio e nei servizi elettronici. Le nostre imprese vendono poco sul web; la quota di esportazioni legate all'Ict è pari al 2,2% (in calo rispetto al 2,6% dell'anno precedente ndr) e relega l'Italia al penultimo posto in Europa''. ''Se l'Italia vuole essere on line deve rimuovere le remore mentali e azzerare i balzelli digitali'', per cui ad esempio un conto corrente on line può costare il doppio di quello effettuato negli uffici. ''Su questo tema – prosegue Calabrò – devono collaborare le Autorità di settore (Agcm, Agcom, Banca d'Italia) e il Governo. Il ragionamento secondo logiche passatiste, per cui bisognerebbe creare le condizioni della domanda prima di investire in nuove infrastrutture, riduce all'immobilismo'', conclude.

Da qui un monito: per raggiungere gli obiettivi dell'Agenda digitale europea che prevede che almeno il 50% delle famiglie europee utilizzi un collegamento superiore ai 100 Mbps entro il 2020 servono ''piani operativi''. ''Ci vuole quindi, sia pure, se del caso, integrativamente, un'iniziativa complessiva, un progetto Italia per una fiber Nation che – sottolinea Calabrò – eviti costose duplicazioni delle infrastrutture civili e faccia fare al Paese il salto di qualità di cui ha bisogno''.

COSTI NAVIGAZIONE INTERNET
''L'utente deve avere il controllo della spesa telefonica: non possono esserci automatismi che portino a bollette esorbitanti'', avverte poi Calabrò facendo riferimento al regolamento che qualche giorno fa la stessa Agcom ha approvato per disciplinare le offerte che tutti gli operatori fanno per le 'chiavette' che consentono di navigare su internet. D'ora in poi se un utente aderisce ad una offerta per la navigazione mensile dovrà esprimere il proprio via libera perché la navigazione, esaurito il plafond dell'offerta, passi 'a consumo'. Se invece ha contratto un abbonamento a consumo, ci sarà un meccanismo che ad un tot di spesa, per esempio 50 euro, avvertirà l'utente del raggiungimento di tale soglia. E ancora, ricorda Calabro', l'Agcom ha introdotto un sistema di accreditamento di motori di ricerca che facilita il confronto delle tariffe telefoniche. ''I costi per la navigazione internet in roaming sono altissimi. Insisteremo presso la Ue – prosegue – per l'abbattimento di questi costi. I cittadini non conoscono la qualità della propria connessione a larga banda. Da ottobre sarà possibile scaricare un software sviluppato da Agcom per misurare la qualità''.

RICAVI TV
Salgono anche nel 2009, nonostante la crisi economica, i ricavi del comparto televisivo che ''si mantengono consistenti, segnando un incremento dell'1,7% rispetto al 2008''. In particolare, secondo i dati della Relazione annuale dell'Agcom, i ricavi complessivi da pay-tv sono in crescita mentre quelli da pubblicità figurano in discesa mostrando una riduzione progressiva della forbice tra le maggiori fonti di entrata del settore. I ricavi totali da pay tv sono stati infatti nel 2009 pari a 2.875 milioni di euro (+7,4%), quelli da pubblicità a 3.541 milioni di euro (-9,3%). In particolare, i ricavi di Rai sono stati 2.728 milioni di euro (contro i 2.716 dell'anno passato), quelli di Sky in crescita a 2.711 milioni (erano 2.641 nel 2008), quelli di Mediaset (al netto però di una quota di Publitalia) 2.506 milioni di euro (contro i 2.531 del 2008). Il quadro che emerge, come sottolinea il presidente dell'Autorità, è quello di un settore televisivo ''essenzialmente tripartito: Rai-Mediaset-Sky, con gli altri operatori minori e le Tv locali che faticano a trovare spazi concorrenziali''. Inoltre ''lo spostamento delle risorse pubblicitarie dalla Tv tradizionale ad internet – osserva – non è stato della stessa portata che in altri Paesi''.

Articlolo scritto da: Adnkronos/Ign