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Viaggiando si allunga il tempo

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Viaggiando si allunga il tempo

Arezzo – E proprio di due modi di viaggiare parleremo al Giardino delle Idee sabato 18 dicembre con inizio alle ore 16.00 nella splendida cornice dell’Auditorium del Museo d’Arte Medioevale e Moderna con ingresso come sempre gratuito.
Due grandi ospiti, un evento straordinario con Dacia Maraini e Antonio Caprarica.
“Io vado, perché ho sempre voglia di raccontare di una nuova seduzione”.

Nell’apertura de “La seduzione dell’altrove”, il suo recente libro edito da Rizzoli, Dacia Maraini spiega il motivo che l’ha spinta a visitare il mondo: “il viaggio”, afferma, “assomiglia alla narrazione”.

“La Seduzione dell’Altrove” è un taccuino di viaggio, un reportage, il racconto di una donna che è nata viaggiando.

Alla fine degli anni ’30, Dacia Maraini parte a poco più di un anno di età insieme ai genitori per il Giappone, dove il padre Fosco, etnologo, ha vinto una borsa di studio internazionale per una ricerca sugli Hainu nel nord del Giappone a Koibe.

“L’altrove” per Dacia bambina è l’Italia “luogo segnato dalle memorie di un impero maestoso che aveva dominato il mondo”.

Per contrasto la realtà giapponese fatta di grandi Budda di legno, di pagode e templi verniciati di rosso e nero rappresenta il “pane di tutti i giorni”.

Il sentimento dell’esotico, perciò è “quel desiderio sognato che amplifica e abbellisce ciò che ci incuriosisce e ci attrae di una civiltà distante e sfuggente”.

Il viaggio, quel desiderio di scoprire orizzonti lontani, quello stesso sentimento che aveva spinto Ulisse a seguir “virtute e canoscenza” è un male di famiglia scrive la Maraini.

Nei primi anni del Novecento la nonna paterna Yoi scappa da casa per andare in Persia da sola.

Il figlio Fosco viene sicuramente contagiato dalla madre sia dalla passione per il viaggio sia dal “morbo della scrittura”.

Del resto anche la madre di Dacia, Topazia Alliata di Salaparuta figlia di un duca siciliano e di una cantante cilena, possiede “nel sangue l’esperienza dell’altrove”.

Quanti sono i paesi che la scrittrice ha visitato?

Innumerevoli, perché “viaggiando si allunga il tempo”, risponde Dacia Maraini.

Nel libro sono raccolte affascinanti descrizioni e argute analisi delle tante culture delle diverse società con le quali l’autrice si è confrontata negli ultimi vent’anni in Europa e nel resto del mondo. “Per me la conoscenza dei Paesi passa prima di tutto attraverso i libri” ricorda l’autrice.

Nel libro di Antonio Caprarica, “C’era una volta in Italia”, ci troviamo a Torino il 18 febbraio 1861: la città è invasa da una folla insolita, da signori in marsina e cilindro a militari in divisa, giornalisti e popolani, tutti accorsi ad assistere al battesimo del Regno d’Italia. Ad applaudire Vittorio Emanuele II una folla di deputati e senatori, tra i quali Alessandro Manzoni, Giuseppe Verdi, Massimo d’Azeglio e Garibaldi in camicia rossa.

In mezzo a loro un inviato molto speciale.

Il giornalista Rai e direttore della sede di Londra, dopo tre anni passati a Roma come direttore di Radio1 e dei Giornali Radio Rai, Antonio Caprarica.

“C’era una volta in Italia – In viaggio fra patrioti, briganti e principesse nei giorni dell’unità” rappresenta un’originale celebrazione dei 150 anni dell’unità d’Italia da inviato a ritroso nel tempo, ripercorrendo in lungo e in largo il nostro Paese per verificare di persona le reazioni della gente all’unità.

Come nasce l’Italia?

E qual è il suo volto, mentre si affaccia sulla scena della Storia?

E come vivono e cosa pensano i milioni di italiani che stanno diventando tali senza saperlo? Caprarica ci porta a Napoli, dove la corte borbonica ribolle di complotti, e falsi garibaldini si mettono in fila per ricevere la pensione da combattenti.

Ma anche in Calabria, dove la nuova amministrazione promette di mantenere l’igiene pubblica mettendo al bando i maiali.

Vedremo che nel Sud inizia la guerra civile tra i “briganti” e l’esercito dei “galantuomini”, che si rivelano terribili torturatori, mentre altrove continuano a morire patrioti che puntano a riunire l’intera nazione e conquistare Roma, dove Pio IX ha condannato a morte i “liberali” e ha ordinato incursioni nelle alcove sospette di immoralità.

Caprarica viaggia e incontra nobildonne che si dividono dai salotti agli ospedali da campo, madri che incoraggiano i figli a non abbandonare la lotta, ragazze che si uniscono ai garibaldini, e uomini “di penna e d’azione” che lasciano gli studi per combattere.

Un affresco arguto e storicamente fedele di un’Italia di 150 anni fa che forse nemmeno immaginiamo, di un’intera nazione che si affaccia verso la storia spesso in modo abbastanza inatteso

Al termine dell’incontro sarà offerto a tutti i presenti un aperitivo/buffet.
INFO e PRENOTAZIONI allo 0575 409050