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Giappone, dopo l’acqua tocca al cibo

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Giappone, dopo l’acqua tocca al cibo

Tokio, 21 mar. (Adnkronos) – Il governo giapponese ha vietato oggi la distribuzione di latte e alcuni tipi di verdura nelle prefetture di Fukushima, Ibaraki, Tochigi e Gunma. Lo ha reso noto il portavoce del governo Yukio Edano. L'ordine giunge mentre crescono i timori per la contaminazione dei prodotti alimentari dopo l'emissione di radioattività dalla centrale nucleare di Fukushima, seguita al sisma e lo tsunami dell'11 marzo. Oggi sono stati rilevati livelli di iodio radioattivo superiori di 27 volte ai limiti consentiti in spinaci coltivati a Hitachi, nella prefettura di Ibaraki, più di cento chilometri a sud dalla centrale di Fukushima.
L'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha definito "grave" la contaminazione radioattiva di cibo in Giappone. Un funzionario Oms ha infatti affermato all'agenzia tedesca Dpa che "la contaminazione di prodotti alimentari con le radiazioni provenienti dal sito nucleare danneggiato dal terremoto e dallo tsunami potrebbe essere più grave di quanto pensassimo".
La scorsa settimana l'Oms aveva detto che i problemi di contaminazione erano limitati ai prodotti agricoli provenienti dalle aree comprese in un raggio di 30 chilometri dalla centrale di Fukushima. Ma i dati più recenti fanno pensare che il fenomeno possa avere una diffusione maggiore. "Stiamo progressivamente scoprendo come stanno le cose, che sono certamente cambiate dalla scorsa settimana", ha evidenziato il rappresentante Oms, secondo cui la situazione sarebbe seria, anche se "la gravità deve essere verificata": per farlo è riunito n queste ore un team di esperti nella sede dell'agenzia Onu a Ginevra.
'Sono pari allo zero le importazioni in Italia di latte, spinaci e fave fresche provenienti dal Giappone dove a quattro prefetture giapponesi è stato ordinato di sospendere la distribuzione di latte e di due tipi di vegetali, dopo la scoperta di radioattività in alcuni prodotti provenienti dalle zone vicine alla centrale nucleare danneggiata di Fukushima''. Lo rende noto la Coldiretti nel sottolineare che sono peraltro nulle anche le importazioni di derivati del latte come formaggi e latticini e degli altri vegetali a foglia larga particolarmente sensibili alla radioattività.
''Nessun rischio quindi per gli italiani mentre si aggrava la situazione in Giappone che -sottolinea la Coldiretti- è già costretto ad importare oltre il 60 per cento del proprio fabbisogno di generi alimentari e che ha esportato in Italia prodotti agroalimentari per appena 13 milioni di euro (soprattutto fiori e piante)''.
''La radioattività presente nel latte conferma -precisa la Coldiretti- l'allarme per la contaminazione della catena alimentare a partire dall'alimentazione degli animali. Una catastrofe che coinvolge direttamente i 3 milioni di agricoltori del Giappone ai quali il presidente della Coldiretti Sergio Marini ha espresso solidarietà e vicinanza attraverso il presidente della potente organizzazione agricola giapponese Ja Zanchu Moteki Mamoru che era stato ospite esattamente due anni fa al 'G8 Farmers Meeting' organizzato a Roma dalla Coldiretti''.