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Il nuovo volto dele scale mobili

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Il nuovo volto dele scale mobili

“La nostra città è adesso più bella grazie al vostro lavoro”. Il Sindaco Fanfani ha regalato sue litografie ai 30 giovani, italiani e stranieri, che nelle ultime due settimane hanno realizzato il grande “affresco” lungo la parete delle scale mobili. Stamani festa, abbracci, saluti e scambi di doni nell’emiciclo. Alla presenza del Sindaco Fanfani e con lui il vice Sindaco Gasperini, gli assessori Colangelo, De Robertis, Dringoli e Sacchini. Di Riccardo Stolzuoli, Presidente Seum e ideatore del progetto e di Tommaso Sensini, Direttore del lavoro e coordinatore del lavoro degli studenti. E poi insegnanti e genitori.

La ‘bottega rinascimentale’ ha visto al lavoro 10 allievi provenienti da Argentina, Francia, Germania, Israele, Palestina, Spagna, Stati Uniti insieme a 20 studenti del Liceo Artistico di Arezzo che si sono alternati durante le due settimane di lavorazione e della Oklahoma University di Arezzo. Un contributo è venuto anche da Giuseppe Fanfani che per alcune ore si è dedicato all’opera vestendo la spolverina degli studenti.
Con il coordinamento dei tecnici della Scuola Europea dei Mestieri (Seum) e degli insegnanti del Liceo Artistico aretino, l’opera rappresenta un particolare biglietto da visita alla città.
Gli aretini ed i turisti che utilizzano le scale mobili trovano adesso nel percorso un affresco di oltre 200 metri quadrati che raffigura una sezione della battaglia di Eraclio contro Cosroe II, dipinta da Piero della Francesca e appartenente al ciclo della leggenda della vera Croce nella chiesa di San Francesco ad Arezzo.
L’intervento rientra nel progetto Scenografia Urbana e di valorizzazione dell’identità di luogo nel centro storico di Arezzo previsto nel Piuss. Protagonisti la Seum, Fondazione Ente Cassa di Risparmio di Firenze, Liceo artistico aretino e la Scuola Edile di Arezzo che ora punta a rendere la nostra città un laboratorio europeo del restauro.

L’intervento artistico alle scale mobile risponde a quattro obiettivi: il recupero di un mestiere in via di sparizione così importante nella storia e nella tradizione di Arezzo; la promozione della città, anche attraverso la realizzazione di quest’opera in altre città straniere; la cooperazione internazionale e quindi l’impegno in un progetto concreto di persone diverse per cultura e religione; il mestiere visto come soddisfazione personale ed emancipazione sociale. Notizia Archiviata. Immagine non più disponibile.
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