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In onore di Vasari un Reale e Magnifico Convito

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In onore di Vasari un Reale e Magnifico Convito

Arezzo – Arezzo Città del Vasari e la Soprintendenza Beni A.P.S.A.E. di Arezzo presentano l’evento più originale e mondano dell’anno vasariano, il Reale e Magnifico Convito. Organizzato in onore della mostra “Il Primato dei Toscani nelle Vite del Vasari. Svegliando l’anima di molti a belle imprese”, Il Reale e Magnifico Convito si terrà nello splendido Chiostro rinascimentale della Badia di Arezzo, il 2 settembre alle ore 20. Il Chiostro della Badia, oggi pertinenza dell’I.T.E. “Buonarroti”, è l'architettura ideale per la ricostruzione di un evento dedicato a Vasari, sia per il lavoro compiuto dall'artista nella ristrutturazione della Chiesa delle Santissime Flora e Lucilla, sia per l'altare maggiore in cui egli si ritrae con la bella e giovane moglie, sia per la Pala Albergotti, ma soprattutto per il dipinto del “Convito per le nozze di Ester e Assuero” realizzato nel 1548 proprio per il Refettorio della Badia con una dimensione “esagerata” di sette metri per tre.

Il dipinto, scampato ai danni subiti dalla Badia durante la Seconda Guerra Mondiale, venne trasferito negli anni ’50 nel palazzo rinascimentale Bruni Ciocchi, oggi sede del Museo Nazionale d’Arte Medievale e Moderna di Arezzo. Lì fa bella mostra di sé, incantando i visitatori oltre che per le proporzioni anche per l’equilibrio superbo e, soprattutto, per l’impressione che lo stesso Vasari voleva che se ne avesse: “….…in quest’opera, adunque mi sforzai di mostrare maestà e grandezza, comechè io non possa far giudizio se mi venne fatto o no: so bene che il tutto disposi in modo che con assai bell’ordine si conoscono tutte le maniere….et ogni altra cosa che a reale e magnifico convito è richiesta”.

I temi biblici ed evangelici dei banchetti andavano molto di moda in epoca manierista, erano prediletti dai pittori di corte e dalla loro prestigiosa committenza, come pretesto per rappresentarne le abitudini fastose. Il suggestivo quadro infatti ci trasporta più nella Firenze medicea che nella Susa del 500 avanti Cristo. Oggi, per il nostro convito, abbiamo tratto l’ispirazione per l'allestimento del Chiostro anche dalla descrizione fatta nella Bibbia di “cortine di lino fine sospese con cordoni di bisso e porpora viola ed anelli d'argento, che si avvolgevano alle colonne…” . Il tableau vivant del banchetto vasariano dominerà la scena con la riproposizione della credenza con vasellame e crateri, delle figure dei servitori, dallo scalco ai bottiglieri ai barellieri al trinciante, sino ai musici.

Gli spettacolari costumi dei figuranti saranno forniti e curati dalle classi di Moda e Costume teatrale dell’Istituto d’Arte e Liceo Artistico “Piero della Francesca” di Arezzo.

Ma Il Reale e Magnifico Convito ruoterà soprattutto attorno al cibo!
Organizzato come servizio di credenza, il menu è stato ideato dall’architetto del gusto Alessia Uccellini, storica della gastronomia e anima del Convivio di Sansepolcro. I piatti verranno realizzati dai più importanti ristoratori del Convivio e comprenderanno vivande filologicamente ineccepibili (con prevalenza delle ricette di Cristoforo di Messisbugo). Alessia Uccellini è anche la regista dell’evento e accompagnerà ogni portata con brevi presentazioni.

Il Reale e Magnifico Convito comprenderà anche uno spettacolo musicale e di danze rinascimentali che sarà un’autentica sorpresa: i musicisti e i danzatori, in meravigliosi costumi ispirati a quelli della corte medicea, si esibiranno in una performance spettacolare e coinvolgente, suonando anche curiosi strumenti d'epoca. Lo spettacolo, che inframezzerà per tre volte il banchetto, si propone di ricreare il clima aristocratico di una festa cinquecentesca.

Il Reale e Magnifico Convito si svolge con la collaborazione della Soprintendenza per i Beni Architettonici, Paesaggistici, Storici, Artistici ed Etnoantropologici di Arezzo e con il contributo dei partner storici di Arezzo Città del Vasari, vale a dire Caffè River, Tenuta Sette Ponti, Banca Valdichiana e Giovanni Raspini, oltre alle nuove e preziose collaborazioni offerte da EdilFab, Vivaio Ca de’ Frati e dall’impagabile Simone Fracassi dell’omonima macelleria casentinese che vestirà personalmente il costume d’epoca dello scalco per servire all’antica maniera spettacolari prosciutti e sambudelli. Così come sono altrettanto preziosi e strategici i media partner Teletruria e Eventi&Turismo.

Il Reale e Magnifico Convito ringrazia per l’ospitalità e la collaborazione il Preside dell’I.T.E. “Buonarroti” Prof. Anselmo Grotti ma anche tutto il personale docente e non per la squisita ospitalità.

Contributo € 65 a persona

SERVIZIO DI CREDENZA
Il “Servizio di Credenza” in un Convito Rinascimentale era tutto quello che si serviva freddo e proveniva dalla credenza, mentre il “Servizio di Cocina” era quello che si serviva caldo. L'intento della serata è quello di riproporre le atmosfere, i suoni, gli odori, il gusto e gli intrattenimenti di un banchetto al tempo di Cosimo I de' Medici.

Vino spetiato e Vini Mezzani e temperati da li colli de Aretium

Prosciutto a la maniera Toscana, Salsicce e Finocchiona “Se tu vorrai fare bone salzicchie di carne di porcho o d'altra carne…”. La ricchissima arte dei beccai deteneva il sapere sulla norcineria e la spezzatura del maiale nel ciclo delle stagioni corrispondeva al periodo fra dicembre e gennaio: se ne ha una splendida rappresentazione medievale nel portale della Pieve di Arezzo. I toscani, per evitare l'utilizzo del costoso pepe, aromatizzavano i salumi con il fiore del finocchio selvatico, più facilmente reperibile.

Salsa di Pavo Le salse avevano un ruolo importante nella cucina del Rinascimento. La salsa di Pavo, a base di fegatini, era quella che serviva a insaporire gli arrosti. la tradizione dei crostini toscani è nata dall'abitudine di appoggiare gli arrosti sopra fette di pane, non avendo piatti singoli per ciascun commensale. Le fette raccoglievano quindi tutti gli intingoli e le salse di accompagnamento ai cibi.

Pani a tutte le spighe, olio purissimo in ampolline, et pretiosissimo sale Come quelli rappresentati sulla tavola di Ester e Assuero, con il sale disposto a piramide in piattelli.

Trionfi di Fructa e Verzura a Mangiar Crudi Descritti da Messisbugo alla corte di Ferrara

Pan con Formaggio in Spiedo et Ova alle Almande Uova e mandorle, due simboli di fertilità nello stesso piatto e anche due alimenti in contrapposizione. Il latte di mandorle era alla base dei periodi di magro e sostituiva il brodo di carne nelle preparazioni. Le uova non erano consentite nel periodo di magro ovvero durante la Quaresima. La tradizione di farle benedire e regalarle per Pasqua deriva proprio dal grande numero che se ne accumulava nelle case in quei 40 giorni.

Suppa Cicerchiata E’ fatta con uno dei legumi presenti in Italia prima della scoperta dell'America. Le minestre latine cominciano a chiamarsi zuppe nel momento in cui si aggiungeva pane o cereali e “suppa” è un termine gotico. Le zuppe erano tipiche della cucina povera, la base di quella che oggi noi chiamiamo cucina del territorio. La tavola dei signori non era quotidianamente come quella dei grandi banchetti, ed usava spesso le zuppe.

Aristos alle brogne In onore della Firenze medicea, quando durante il Concilio ed all'esclamazione di sacerdoti bizantini “Aristos” assaggiando la bistecca del maiale disossata ed insaporita, battezzò Arista questo taglio del maiale. L'abbinamento con le prugne è il tipico dolce e salato della cucina rinascimentale.

Torta de Cucurbita et Torta Carabazada Le torte salate nascono come evoluzione del pane cosi' come i dolci, in particolare la Carabazada era la torta di cipolle descritta da Messisbugo.

Herbatella con Agnello et Salviata A questi due piatti si lega un aspetto oltremodo significativo della civiltà alimentare, sia nella sua dimensione “domestica”, dell'orto presente a tutti i livelli sociali, sia nella sua persistente dimensione “selvatica”, cioè la raccolta delle piante spontanee come fonte non secondaria di approvvigionamento alimentare e di conoscenza curativa che portò molte donne ad essere tacciate di stregoneria. “Se tu voy fare herbetella cocta in padella,(…) toy ogni bona erba che tu poy havere” (da anonimo veneziano): in questa occasione particolare al posto del lardo proposto in ricetta abbiamo aggiunto dei pezzettini di agnello in omaggio al dipinto vasariano in cui è rappresentato l'agnello, non a caso alimento di congiunzione fra le tre grandi religioni monoteiste.

Orecchie di Amman servite a Purim, Cremolata allo Zabajlione et Confetti augurali “giallo Vasari”
La storia di Ester dopo 2500 anni continua a ispirare nel mondo ebraico il carnevale di Purim, cioe' delle Sorti che cambiano. La splendida Ester, entrata nell'harem di Assuero grazie alle manovre dell'abile zio Mardocheo, sa che il ministro Amman prepara la strage di tutti gli ebrei lì schiavizzati dal tempo dell'esilio. Sa che il re e' pazzo di lei, ma sa anche che se esibisce le sue grazie non invitata da lui potra' essere uccisa, e decide di tentare il tutto per tutto. Con le fedeli ancelle prepara un banchetto epocale, dai mille vini e dalle cento ghiottonerie: il re viene, la copre di lascivi sguardi, beve assai, e le sussurra: "Mia regina, mezzo regno e tutto cio' che vuoi". "Voglio la sospensione della folle condanna degli ebrei, dice la neoregina, e l' immediata impiccagione di Amman". Parola di re: Ester ha il suo trono, gli ebrei la vita, Amman la forca. E da allora a Purim si sgranocchiano una specie di frappe o cenci tagliate a triangolo e dette le "orecchie di Amman".

La Cremolata era il primo tipo di gelato, ottenuto mischiando la neve conservata nelle neviere o ghiacciaie sotto ai palazzi con i succhi di frutta e le creme. I confetti, che usiamo tutt'oggi a fine delle cerimonie, erano simbolo raffinatissimo di buon auspicio. Sia la cremolata che i confetti sono volutamente gialli in onore del “giallo vasari”.

INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI:
Arezzo Città del Vasari
Via Cesalpino 19
0575 453841
[email protected]
www.arezzocittadelvasari.it