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La pirateria mette in crisi la musica

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Milano, 30 mar. (Adnkronos) – La pirateria spinge in rosso i conti dell'industria discografica italiana: negli ultimi dieci anni il fatturato della musica su supporto fisico e' crollato del 50%. Dati certificati dalla societa' di revisione Deloitte e denunciati da Fimi-Confindustria, la federazione che rappresenta le principali aziende del settore musicale. Nel 2010 il mercato discografico italiano ha fatturato, tra fisico e digitale, poco piu' di 170 milioni di euro di cui 120 milioni sono da attribuire alla vendita di musica su supporto fisico.
Ma stando ai dati raccolti dalla societa' di revisione nel 2001 e 2002 il mercato del fisico fatturava circa 340 milioni di euro.
Un calo, dice all'ADNKRONOS Fabio Riveruzzi, direttore della divisione nuovi media della Universal Italia, "dovuto alla pirateria". Il manager spiega che "e' difficile per una casa discografica competere con qualcuno che offre gratis un prodotto simile a quello che noi offriamo".
Per Riveruzzi "si tratta di concorrenza sleale perche' gli utenti dei siti peer to peer scaricano quello che noi produciamo". Il calo delle vendite della musica su supporto fisico non risparmia neanche gli artisti piu' affermati. "I big -dice Riveruzzi- che sono sotto contratto con noi vendono oggi un quinto delle copie che vendevano 10 anni fa".
Un trend positivo si puo' pero' riscontrare sul fronte digitale che ha registrato l'anno scorso un fatturato di circa 22,5 milioni di euro, contro i 20,5 dell'anno precedente. Una crescita del 10% trainata in gran parte dal successo del download da internet cresciuto del 14% rispetto al 2009. Il digitale in Italia ha mostrato un trend percentuale piu' pronunciato rispetto alla media mondiale che e' stata del 6%.

Articlolo scritto da: Adnkronos