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Le api stremate dal caldo riducono voli

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Le api stremate dal caldo riducono voli

Roma, 25 ago. – (Adnkronos) – Le api stremate dal caldo hanno smesso di volare e non svolgono più il prezioso lavoro di trasporto del polline e mettendo a rischio la produzione di miele. Con le elevate temperature il granoturco rischia di appassire, le barbabietole si lessano nei campi aridi e si registra un anticipo di vendemmia fino a quindici giorni ed un raccolto più contenuto, mentre i maiali sono inappetenti e le mucche producono fino al 10% di latte in meno a causa del gran caldo. E' quanto afferma la Coldiretti in una nota, sottolineando inoltre che a causa del grande caldo nei campi si è registrato un aumento del 60% degli incendi boschivi rispetto allo scorso anno e la crescita del 41% della superficie totale percorsa dalle fiamme, secondo i dati del Corpo forestale dello Stato relativi alla prima decade di agosto.
Se per il contrasto agli incendi è importante l?opera di prevenzione e di sorveglianza degli uomini, dove è possibile nei campi si ricorre a costose irrigazioni per salvare le colture. Il caldo ha però effetti- continua la Coldiretti – anche nel mondo animale con le api che volano meno quando è umido e molto caldo e tendono a rimanere a terra senza riuscire più a prendere il polline, secondo la Royal Society for the protection of birds (Rspb) che consiglia di preparare degli ?energy drink? con due cucchiai di zucchero e uno di acqua per aiutarle.
L'afa e le temperature fino ai 35 gradi hanno tolto l'appetito anche ai maiali che stanno consumando fino al 40 per cento in meno della consueta razione giornaliera di 3,5 kg di mangime, e in questo modo non crescono mentre le mucche nelle stalle sono stressate e producono fino al 10 per cento di latte in meno, rispetto ai circa 30 litri al giorno che vengono munti in periodi normali, secondo la Coldiretti nell?evidenziare una emergenza aggravata notevolmente dall'umidità che, come per le persone, aumenta la sensazione di caldo anche per le mucche. In soccorso nelle stalle sono state allestite – conclude la Coldiretti – doccette, ventole e condizionatori ed utilizzati integratori specifici a base di sali di potassio nell'alimentazione preparata dagli allevatori. "Il problema del caldo per le api è sicuramente irrisolvibile". Così Andrea Terreni, vicepresidente Unione nazionale associazione apicoltori italiani (Unaapi), commenta con LABITALIA l'allarme lanciato da Coldiretti. "Da 10 giorni -dice- le api hanno smesso di lavorare. Certo questo non è periodo in cui la laboriosità delle api raggiunge alti livelli, tuttavia uno stop così lungo non c'era mai stato".
"Il problema -sottolinea- non si può risolvere neanche spostando le arnie. Le api, infatti, possono essere spostate per un raggio di non meno di tre chilometri, e per molti apicoltori si tratta di una cosa impossibile da fare". "Per il momento -continua Terreni- si segue la regola di garantire l'ombra agli animali dalle 12 in poi cercando di non fare sentire la sete. Ovviamente è inutile mettere delle ciotole d'acqua, le api impiegano tempo prima di cambiare abitudine e poi si rischia di farle 'scivolare'. Si possono però inserire dei percorsi di acqua su del materiale ruvido come il sughero". "Oltre il caldo -spiega il vicepresidente Unaapi- gli apicoltori devono affrontare il problema della forte moria di animali che c'è stata negli ultimi giorni, soprattutto in Toscana. Da quando sono iniziati i trattamenti di disinfestazione da parassiti sugli olivi, infatti, le api hanno cominciato a risentirne fino a morire. In commercio, ora vengono messi dei prodotti realizzati con insetticidi dagli effetti dirompenti spesso letali". "Stiamo organizzando -afferma- una campagna di informazione da diffondere tra gli agricoltori, affinchè capiscano i danni causati dall'uso di certi prodotti. A settembre partiremo con questa iniziativa, in occasione dell'annuale festa dei produttori italiani che si tiene a Montalcino (Siena)".

Articlolo scritto da: Adnkronos