Home Politica Mozione in consiglio provinciale per chiedere verità per Arrigoni

Mozione in consiglio provinciale per chiedere verità per Arrigoni

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Arezzo – Nel giorno del rientro del corpo di Vittorio Arrigoni in Italia, i consiglieri provinciali Alfio Nicotra (Federazione della Sinistra) , Martina Mansueto (IDV) e Alessandra Landucci (Sinistra e Libertà) rendono noto di aver depositato una mozione "aperta alla sottoscrizione anche degli altri gruppi e dei colleghi consiglieri". La mozione nell’esprimere "orrore e sdegno per la barbara uccisione di Vittorio Arrigoni avvenuta a Gaza dopo essere stato sequestrato" afferma che la sua uccisione "da parte di gruppi fondamentalisti rappresenta un grave danno per il popolo palestinese alla cui causa Vittorio Arrigoni ha dedicato, fino alla morte, gli ultimi anni della sua esistenza". Per i tre consiglieri provinciali : "non possono cadere nel vuoto e messe a tacere le ragioni della militanza di Vittorio Arrigoni e le sue denunce sulle gravi conseguenze sulla popolazione civile dell’embargo e dell’assedio prodotto dall’esercito israeliano sulla striscia di Gaza". In particolare si sottolinea nella mozione "è inaccettabile che le risoluzioni dell’Onu a protezione della popolazione civile palestinese siano rimaste sulla carta e nell’indifferenza della comunità internazionale e che si possa impunemente bombardare con sofisticati strumenti di morte scuole, ospedali, abitazioni; mercati costringendo la popolazione palestinese a vivere nel terrore". Da qui la necessità "di riprendere il processo di pace in cui sia riconosciuta la sicurezza di Israele e Palestina, cessi la politica di colonizzazione dei territori palestinesi e ogni atto di violenza tra le due parti."
La mozione si rivolge all’Autorità Nazionale Palestinese e al governo della striscia di Gaza chiedendo "una inchiesta non reticente per appurare la verità sull’assassinio di Vittorio Arrigoni e la consegna alla giustizia dei suoi esecutori e mandanti". Infine Nicotra, Mansueto e Landucci chiedono al governo italiano di assumere ogni iniziativa diplomatica per pretendere il raggiungimento della verità e l’individuazione dei colpevoli" ma anche " di non ostacolare più l’attività della Free Gaza Flottiglia, al cui progetto stava lavorando Vittorio Arrigoni, ritenendo inaccettabile che in violazione del diritto internazionale e della Carta delle Nazioni Unite si voglia impedire a navi della solidarietà e che portano generi di prima necessità per la popolazione civile, di attraccare nel porto di Gaza "