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San Giovanni Valdarno, il terziario chiude più spazio

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San Giovanni Valdarno, il terziario chiude più spazio

Arezzo – “Oggi è il terziario a garantirci la fetta più importante dell’occupazione e della ricchezza prodotta. Il manifatturiero, purtroppo, è in sofferenza anche su scala nazionale. Chi governa il futuro del territorio, le istituzioni ma anche le associazioni di categoria, deve tener conto di questi cambiamenti per pianificare politiche economiche e urbanistiche adatte ad assecondare i nuovi modelli di sviluppo.”. Lo afferma Paolo Mantovani, presidente della delegazione Confcommercio di San Giovanni Valdarno, che sottolinea così un ruolo di primo piano per il settore che la sua associazione rappresenta, formato dalle imprese di commercio, turismo e servizi.

“L’impegno c’è già, ma si può fare di più– sottolinea Mantovani – quindi nessuna accusa, ma un invito aperto a tutti gli attori politici e socio-economici del Valdarno, perché si faccia attenzione allo scenario in cui ci muoviamo, che è profondamente diverso rispetto a dieci anni fa e richiede nuovi interventi condivisi e coordinati”.

“Se prima era il comparto produttivo a sostenere la nostra economia locale, oggi, fatta eccezione per qualche caso isolato, non è più così” interviene la responsabile della delegazione sangiovannese di Confcommercio Laura Cantini, che si aiuta con i dati per chiarire la sua affermazione: “il numero più alto di aziende nel comune di San Giovanni Valdarno è ascrivibile al terziario: circa 700, di cui oltre trecento specializzate nei servizi, duecentocinquanta nel commercio al dettaglio e all’ingrosso, sessanta tra bar e ristoranti. Nel complesso, fra ditte individuali, dove lavora il solo titolare, e aziende strutturate con diversi dipendenti, impiegano da sole circa 1.700 persone. Se poi usciamo dall’ottica territoriale, le statistiche ci dicono che quasi il 70% delle persone occupate a San Giovanni Valdarno (circa il 35% dei 17mila residenti) lavora nel terziario, che sia in un’impresa all’interno dei confini comunali o fuori”.

La progressiva terziarizzazione dell’economia locale, che è in atto da tempo, richiede quindi nuove strategie di azione. “Bisogna tenerne conto quando, ad esempio, si decidono la viabilità e gli assetti urbanistici – spiega il presidente Paolo Mantovani – se prima bastava pensare a poli produttivi slegati dalla città, favorendo una viabilità a lunga percorrenza, ora dobbiamo promuovere i centri storici servendoli con più strade e parcheggi. Sul piano delle infrastrutture, va considerato che le imprese di servizi hanno bisogno di fibre ottiche e tecnologie avanzate in maniera più elevata di ogni altra impresa. Possono anche collocarsi in un paesaggio agricolo, l’importante è che la connessione ad internet funzioni”.

“Anche gli orari di apertura delle attività commerciali vanno discussi in questa ottica – prosegue Mantovani – perché gli stili di vita e di consumo sono molto cambiati e sempre più persone dedicano allo shopping solo il fine settimana”.

La Confcommercio formula dunque una richiesta precisa: “si deve estendere la programmazione partecipata, che già molti Comuni valdarnesi attuano con buoni risultati, a tutti quegli enti o autorità che possono incidere in modo significativo nei piani di governo del territorio. La Confcommercio mette volentieri le sue competenze a disposizione di chi lo desidera – dice il presidente Paolo Mantovani – Favorire la crescita del terziario significa dare una speranza in più alla nostra economia ”.