Home Attualità Sindrome di Rett: sperimentate le virtù terapeutiche della poesia

Sindrome di Rett: sperimentate le virtù terapeutiche della poesia

0
Sindrome di Rett: sperimentate le virtù terapeutiche della poesia

Siena – Chissà se Dante e Cecco Angiolieri avrebbero mai immaginato di trovarsi a confronto, dopo molti secoli, non sulla virtù poetica ma sulla capacità terapeutica dei loro versi. È quello che è accaduto al policlinico Santa Maria alle Scotte di Siena, in una nuova sperimentazione di comunicazione sensoriale sulle bambine con sindrome di Rett e autismo, seguita dai dottori Joussef Hayek, direttore dell’U.O.C. Neuropsichiatria infantile, e Claudio De Felice, neonatologo. “Questo nuovo studio – spiega De Felice – legato alla sperimentazione che portiamo avanti da alcuni anni attraverso l'esplorazione della capacità comunicativa dei cinque sensi, con ottimi risultati ottenuti con la musica e i profumi, è basata sulla capacità evocativa della poesia di emozionare e modificare addirittura i parametri vitali cardiorespiratori”. Lo studio, in corso da alcuni mesi, è stato condotto grazie alla partecipazione di artisti fra i quali gli attori fiorentini Andrea Giuntini e Gloria Grazzini che hanno interpretato, davanti alle pazienti, due celebri sonetti medievali. “S’ì fossi foco” di Angiolieri e “Tanto gentile e tanto onesta pare” di Dante, davanti a diversi gruppi di piccole pazienti. “I risultati ottenuti – afferma Hayek – sono stati sorprendenti soprattutto al momento della lettura dell’opera del poeta senese che ha suscitato forti emozioni nelle bimbe, indicate dall’aumento di due emoglobine non ossigenate nelle registrazioni pulsossimetriche e dalla comparsa del sorriso sui loro volti”. La metrica dei versi e la sonorità derivante dall’interpretazione del celebre sonetto senese sono riuscite a stimolare l’attenzione e ad emozionare le bambine affette da questa patologia. “Questa sorta di vittoria di Angiolieri su Dante – conclude De Felice – dimostra che la poesia, in quanto ‘musica delle parole’ ha una straordinaria e piuttosto inaspettata capacità comunicativa in questa particolare tipologia di pazienti.”

Nella foto il neonatologo Caludio De Felice e il neuropsichiatra Joussef Hayek