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La Fraternita dei Laici nella storia della sanità aretina

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La Fraternita dei Laici nella storia della sanità aretina

Si svolgerà venerdì 3 febbraio, nella Sala dei Grandi della Provincia di Arezzo, la giornata di studi “La Fraternita dei Laici nella storia della sanità aretina”, organizzata dalla Fraternita dei Laici in collaborazione con la Ausl 8 nelle persone di Liletta Fornasari, Primo Rettore, Tina Chiarini, Rettrice con delega al sociale e alla sanità, e Marcello Caremani, Direttore del dipartimento di Medicina specialistica della Ausl 8.
Alla presenza del sindaco, Giuseppe Fanfani, del presidente della Provincia, Roberto Vasai, e del direttore generale Ausl 8, Enrico Desideri, sarà ripercorsa la storia della Fraternita attraverso quella della sanità, dell’arte e degli ospedali sino alla riforma lorense, durante il Granducato di Toscana.
«Il ruolo che la Fraternita dei Laici ha avuto nella storia della sanità aretina – ha detto il Primo Rettore Liletta Fornasari – si lega alla gestione che nei secoli l’ente ha avuto negli antichi ospedali cominciando da quello di S. Maria del Ponte. Era la Fraternita che nominava lo Spedaliere e il Comune estraeva il Camerlingo e il Provveditore, un meccanismo per certi aspetti simili alle moderne Ausl. Senza dimenticare l’ospedale di S. Agostino, di proprietà della Fraternita dal 1525, e quello della Misericordia in Borgo S. Lorentino. In tempi più recenti la Fraternita si è legata alla storia della sanità aretina con l’Alunnato Sabatini finanziato grazie all’eredità di Benedetto Sabatini. Bandito per la prima volta il 22 luglio 1840 e vinto da Vincenzo Balocchi che frequentò l’università di Parigi dal 1841 al 1846. Ancora oggi la Fraternita conferisce una borsa di studio a un laureato in medicina e chirurgia».
Le relazioni della giornata di studi, scelte con cura da Marcello Caremani, Liletta Fornasari e Tina Chiarini, saranno moderate da quest’ultima insieme con Pasquale Macrì, assessore alla cultura del Comune di Arezzo, Rosario Miccichè, Rettore della Fraternita, e Pier Luigi Rossi dell’università degli studi di Bologna.
Illustrando gli interventi che animeranno la mattinata del 3 febbraio, il dottor Marcello Caremani ha affermato: «Nel rapporto tra sanità e territorio la storia dell’arte ricopre un ruolo fondamentale, poiché i vecchi ospedali erano delle vere e proprie opere d’arte e in un tempo in cui guarire malattie importanti era difficile la cura dell’anima diventava fondamentale».
«La mattinata – ha ribadito poi Caremani – si concluderà ricordando la scuola chirurgica aretina che da Antonello Bajon è arrivata a Vittorio Caloni attraverso Ottavio Ottaviani, venti anni di grande chirurgia e non solo, perché questi sono colleghi che hanno fatto la storia della sanità aretina, la quale ancora oggi fa parlare di sé a livello nazionale grazie alla chirurgia robotica d’avanguardia».
«Vorrei sottolineare – ha concluso Tina Chiarini, Rettrice della Fraternita dei Laici – la missione sociale dell’ente fin dalla sua nascita, sempre teso all’aiuto dei più bisognosi e alla ricerca di una migliore qualità della vita, è anche per questo che la Fraternita è indissolubilmente legata alla storia di Arezzo e degli aretini. In questo senso s’ispira anche il ricordo di Bajon, Ottaviani e Caloni, che non hanno fatto solo la storia della sanità aretina, ma con la loro umanità hanno lasciato un segno indelebile nella nostra città».
Nel primo pomeriggio, Liletta Fornasari e Antonella Moriani, dell’università di Siena, introdurranno tutti coloro i quali vorranno prendervi parte a una visita guidata del Palazzetto di Fraternita con la possibilità di visionare alcuni volumi dell’Archivio Storico contenenti i documenti dei vecchi ospedali cittadini, documenti che saranno esposti al pubblico per la prima volta.