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Nuovi siti di infestazione del Cinipide galligeno del castagno

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Nuovi siti di infestazione del Cinipide galligeno del castagno

Ormai da alcuni anni l’Unione dei Comuni Montani del Casentino sta lavorando al cinipide del castagno. Si tratta di un piccolo insetto particolarmente dannoso originario della Cina. L’introduzione dell’insetto in Italia è avvenuta probabilmente attraverso l’importazione dal Giappone, da parte dei vivaisti del Nord Italia, di materiale di propagazione di castagno infestato dal cinipide, fu segnalato per la prima volta in Toscana nel 2008. Il cinipide galligeno non è un virus, non è un batterio, non è un fungo, non è una mosca, è una piccola vespa, ossia un imenottero, che però non punge l’uomo ed è considerato, in questo momento, l’insetto più pericoloso per il castagno. L’insetto provoca forti danni con perdita nella produzione di frutti (castagneti da frutto), ma anche negli accrescimenti legnosi (castagneti da legno). Le piante difficilmente arrivano alla morte, anche se le piante, indebolite dagli attacchi, sono più sensibili agli altri patogeni del castagno, in ogni caso gli attacchi ripetuti dell’insetto provocano un indebolimento generale delle piante, con ripercussioni sugli accrescimenti vegetativi. La lotta intrapresa dalla Regione Toscana è di tipo biologico si combatte un organismo vivente con un altro, mediante il lancio dell’insetto antagonista (Torymus sinensis). Lo scorso anno sono stati eseguiti dei lanci in due zone del Casentino, precisamente in località Ranocchiaia in Comune di Stia e Cerchiaia in Comune di Montemignaio. Nel mese di aprile del 2012 sono stati eseguiti due lanci in località Ranocchiaia in Comune di Stia e in località Quorle – Romitorio in Comune di Poppi, non ripetendo il lancio in Comune di Montemignaio in quanto si è già insediato l’antagonista. In Casentino ci sono 570 ha di fustaie di castagno, circa 10.500 ha di boschi cedui per la produzione di paleria e legna da ardere, oltre a 680 ha di castagneti da frutto tra quelli in produzione e quelli da recuperare. Tra le realtà più recenti nella castanicoltura si segnala il Consorzio della farina di castagne del Pratomagno e del Casentino costituito da qualche anno. Si suggerisce ai castanicoltori di seguitare a segnalare le aree infestate alla Regione Toscana – Servizio Fitosanitario Regionale e al Centro di Ricerca per l’Agrobiologia e la Pedologia di Firenze.