"Aboliamo le Province, ma le Province servono. A leggere sui giornali le quotidiane peripezie del Governo e dei partiti su questa materia, viene da pensare esattamente questo. In pratica, prima si è alimentata una lunga campagna per dimostrare che le Province non servono – fino ad arrivare al quell’assurda norma contenuta nel decreto Monti, con la quale si tenta subdolamente di aggirare la Costituzione, svuotando le competenze di uno dei livelli istituzionali previsti dal nostro ordinamento – dopodiché si è avviata una evidente marcia indietro, rivalutando il ruolo delle Province. L’ultima evoluzione di cui leggiamo oggi sui quotidiani nazionali, prefigura il mantenimento delle Province, ma con un Consiglio Provinciale e un Presidente eletti, non più dai cittadini direttamente, bensì dai consiglieri comunali del territorio. E’ evidente il tentativo di evitare, con questa norma il commissariamento delle Province che dovrebbero andare al voto a Maggio, ma è altrettanto evidente che questa ulteriore correzione di rotta non risolve il problema fondamentale della incostituzionalità della cosiddetta legge “svuota province”. Se passasse questa tesi, infatti, le Province resterebbero al loro posto, perdendo però l’autorevolezza necessaria per difendere gli interessi del territorio e i cittadini perderebbero di fatto la propria sovranità, quella che gli deriva dalla Costituzione. Un pastrocchio che non deve passare inosservato".