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4.200 aretini soffrono di epilessia. Domenica giornata nazionale contro questa sindrome

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4.200 aretini soffrono di epilessia. Domenica giornata nazionale contro questa sindrome

AREZZO – Nella nostra provincia 4.200 persone soffrono di epilessia. Più dell’uno per cento della popolazione. Domenica 5 maggio si celebra la XII Giornata Nazionale per l’epilessia, una patologia del cervello che si manifesta con crisi convulsive. Iniziative si svolgeranno sia ad Arezzo che in Valdarno. In Italia questa patologia interessa 500 mila persone, e più della metà sono bambini e adolescenti.

Riguardo all’epilessia esistono ancora oggi moltissimi pregiudizi e non a caso viene definita malattia sociale. “Si tratta di un pregiudizio storico – spiega Amedeo Bianchi, direttore della Unità Operativa di neurologia della Asl 8 – che ha origine nell’800 quando nasce la neuroscienza: da allora e per molti decenni, i soggetti colpiti da epilessia finivano in manicomio. In questo modo si è sedimentata l’idea che epilessia sia collegata a malattia mentale e psichiatrica, quando invece è tutt’altra cosa. Ma questo ha creato pregiudizio sia in nella società con ricadute sugli stessi soggetti che ne soffrono, che con difficoltà rendono nota questa loro condizione, a differenza di quanto avviene con altre patologie.”
Ad Arezzo è nato il primo centro per l’epilessia della Regione, e uno dei primi in Italia. Gli specialisti aretini sono stati chiamati negli anni a collaborare alla stesure delle linee guida della regione Toscana e di quelle nazionali.
L’Epilessia è una “scarica parossistica nei neuroni cerebrali”, spiega ancora Bianchi. Nel 30% dei casi siamo di fronte a forme genetiche. Nel restante 70% sono forme acquisite. E’ bene sapere che dall’epilessia si può guarire, e comunque con i farmaci si può comunque tenere sotto controllo., pur avendo un 30% di soggetti che hanno forme di epilessia “farmacoresistenti”.

Si dice soffrissero di sindrome patologica grandi personaggi, come Alessandro Magno, Giulio Cesare, Giovanna D’Arco o Napoleone; certamente ne soffrivano Dostoewski, Flaubert, Paganini, Van Gogh, una prova che l’epilessia non lede le capacità intellettive, né il rendimento nella vita pratica. Nelle forme abituali non porta nessuna menomazione nell’ambito della vita quotidiana e del successo professionale.
L'epilessia è caratterizzata dalla ripetizione di crisi epilettiche, dovute ad una iperattività delle cellule nervose cerebrali (i cosiddetti "neuroni"). Si verifica infatti, paradossalmente, un eccesso di funzione del sistema nervoso: alcune cellule del cervello incominciano a lavorare ad un ritmo molto superiore al normale, producendo la cosiddetta scarica epilettica (che si registra con l’elettroencefalogramma) e la crisi epilettica (che si riconosce dal resoconto o con l’osservazione del paziente).

Molti epilettici portano uno speciale tesserino, una targhetta o un bracciale che comprovano la malattia. La maggior parte delle convulsioni dura solo 1-2 minuti. La prima regola, nel caso di pronto soccorso di una convulsione, è non immobilizzare o ostacolare i movimenti di un malato. non tenere la bocca aperta con la forza. Non porre oggetti fra i denti per evitare che il paziente si morda la lingua. Allentare eventuali indumenti, stretti, intorno al collo e posizionare qualcosa di morbido sotto la testa. Una volta terminata la crisi, poi, porre l’individuo in posizione laterale e attendere che torni in stato cosciente. Solo se una convulsione dura più di 5 minuti occorre chiamare il 118.

Ad Arezzo da anni opera l’Associazione “Arezzo per l’epilessia, nata dare solidarietà e sostegno alle persone affette da epilessia e ai loro familiari (www.arezzoepilessia.org) aderente alla Lice Nazionale. Domenica prossima allestirà assieme a personale della Asl, due punti di informazione con la distribuzione di materiali conosciti: il primo davanti ai cancelli dell’ospedale San Donato, il secondo in piazza san Jacopo.

In Valdarno si punta su due giornate di iniziative, entrambe all’ospedale di Santa Maria alla Gruccia, per conoscere meglio l’epilessia, i suoi effetti e l’associazione, l’Aice, che da due anni ha aperto una sezione valdarnese. Sabato 4 maggio alle ore 10.30, nella Sala “Paul Harris” avrà luogo la presentazione del libro “Come mille farfalle elettriche”. Un volume scritto e illustrato da Barbara Lachi che spiega, con un lessico semplice e immediato, gli effetti della malattia nei bambini e il loro disagio nell’affrontarla. E il testo, realizzato grazie al contributo dell’azienda farmaceutica Moretti di Cavriglia, dovrebbe diventare il punto di partenza per informare i più piccoli e le loro famiglie su una patologia considerata ancora un tabù. Nell’occasione, interverranno il coordinatore scientifico del sodalizio Graziano Buzzi e i vertici dell’Aice. Durante la mattina saranno venduti all’asta i disegni originali del libro e il ricavato sarà devoluto al primo progetto dell’Aice, l’acquisto di un video EEG da donare all’ospedale valdarnese.
Domenica 5 maggio la sensibilizzazione proseguirà dalle 9 alle 13 con la campagna “Ambulatori aperti”, al terzo piano del presidio, con i medici a disposizione dei cittadini.