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CRACCO versus FANFANI al Giardino delle IDEE

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Riuscirà la Ribollita del Sindaco Fanfani a superare in gusto e bontà quella con cui zia Laura ha conquistato il palato del pluristellato Chef Carlo Cracco un anno fa?

A pagina 136 del nuovo libro edito da Rizzoli dal titolo A qualcuno piace Cracco Carlo Cracco scrive che “la migliore ribollita in assoluto non l’ho mangiata in un ristorante ma durante una cena ad AREZZO a casa di Laura, in un inverno molto freddo. Dopo alcune portate, quando ormai ero sazio, venne servita in tavola questa ribollita che non sapevo come rifiutare. L’assaggiai per cortesia e me ne innamorai per la sua bontà: era magnifica. Alla fine me la portai pure a casa! La ricetta che vi do segue una delle versioni classiche del piatto, proprio quella di Laura. Non aveva bisogno di nessun tocco da chef perché era già perfetta!”.

E’ uscito da pochi giorni edito da Fuorionda il nuovo libro di Giuseppe Fanfani dal titolo “Un sindaco in cucina” dove il Sindaco della Città di Arezzo decide di sfidare il pluristellato Masterchef Cracco riscrivendo anche la ricetta antica della Ribollita.

Giuseppe Fanfani sarà ospite del Giardino delle IDEE sabato 21 dicembre 2013 alla ore 17.00 nella cornice della Sala delle Feste del Circolo Artistico di Arezzo in corso Italia, 108 (INFO: 0575 22686) con ingresso libero e gratuito.

Ad introdurre e moderare l’incontro Barbara Bianconi con le domande di Luca Caneschi e gli approfondimenti di Fabio Mugelli.

GIUSEPPE FANFANI non ha certo bisogno di presentazioni.

Attualmente sindaco di Arezzo al suo secondo mandato, è avvocato, scrittore, pittore e politico eletto alla Camera dei Deputati nel 2001. Ha pubblicato la raccolta di poesie Frammenti di vita, il saggio politico La legalità calpestata, il romanzo Fulgenzio e i racconti Gli angeli non hanno freddo.

Il nuovo libro si presenta come una raccolta di storie e ricette che rimanda agli aromi, ai sapori e al gusto della schietta cucina toscana, quella preparata in famiglia, attorno a un fuoco. Una testimonianza poetica che intreccia alla ritualità sacra del cucinare nel mondo contadino, dove nulla è lasciato al caso, dove i tempi si dilatano e dove stare ai fornelli è un modo per tramandarsi tradizioni che di perdono nella notte dei tempi e un rifugio dal colonialismo del monoporzione.

Un libro da leggere, annusare e gustare, per cimentarsi nei piatti dei nonni e per riscoprire sensazioni sconosciute.

Scrive Giuseppe Fanfani tra le altre ricette che “la parmigiana di gobbi si fa così….prendete un gobbo ma un gobbo vero, il gobbo si chiama così perché per renderlo tenero e non farlo bruciareviene ripiegato pian piano su se stesso e rincalzato con la terra. Con questo sistema diventa bianco e tenero. Qualcuno non lo piega e non lo rincalza, ma lo avvolge con una carta pesante, come quella dei ballini di cemento, legata con i vinchi. Più o meno è la stessa cosa, ma non lo si può chiamare gobbo perché rimane tutto dritto e, in sostanza, con il nome perde anche gran parte della poesia che lo fa essere ricercato e buono”.

Un libro di ricette che non è un semplice libro di ricette bensì storie, aneddoti, personaggi e preparazioni come rituali di un mondo contadino da riscoprire.

Scrive ancora Fanfani che “l’inverno non era garbato a Sansepolcro. Quella cittadina posta sotto l’Appennino, là dove il Tevere comincia a distendersi nel piano e a disegnare la valle, d’inverno era proprio fredda. Ancora non c’erano i termosifoni ed ognuno si scaldava come poteva. C’erano gli scaldini, quelli di coccio, taluni semplici, colore dell’argilla cotta, molti ricoperti di una ceramica marrone scuro, magari venata di verde, ed i più eleganti neri. Alcuni avevano anche una grata sopra, per evitare che i vestiti venissero a contatto con la brace, o forse che i citti, ai quali la curiosità non ha mai fatto difetto, ci infilassero le mani dentro. Negli scaldini ci si metteva la brace coperta con un po’ di cenere, ed il coccio, che era spesso e consistente, manteneva il caldo per molto tempo. La gente li portava con sé quando usciva di casa, e, con essi, conservava vicino quella piccola porzione di caldo che, forse, era l’unica che aveva”.

Il Sindaco Fanfani proverà a convincere pubblico e lettori che la ricetta della sua Ribollita con il mitico soffritto è altrettanto gustosa e prelibata di quella che zia Laura preparò per Chef Cracco un anno fa conquistando il palato e il cuore di Masterchef.

“Non più parole, omai, vo' vendicarmi:al campo! Alla battaglia! All'armi! All'armi!”.