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‘Di razza umana’: un viaggio nella pelle di un migrante

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‘Di razza umana’: un viaggio nella pelle di un migrante

Il titolo nasce da una frase che viene attribuita a Einstein al momento del suo ingresso negli Usa. Alla domanda: “di quale razza”? Rispose: “ di razza umana”.

La mostra interattiva allestita nella Casa delle Cultura cita Einstein e spiega: “strumenti per disimparare il razzismo”. E’ stata aperta il 17 ottobre e chiuderà l’ultimo giorno di questo mese. Un’iniziativa condotta dalle operatrici del Centro DOC “Cittadinanza consapevole” e sostenuta dalla sezione soci coop di Arezzo “E’ una mostra diretta in modo particolare alle scuole – afferma Daniela Ceccarelli, Presidente della Sezione Soci. Il percorso interattivo porta a comprendere come il razzismo nasce e si modifica nel corso del tempo, a quali paure resta radicato ed anche a quali esigenze risponde. In questo modo si possono comprendere i meccanismi del pregiudizio e degli stereotipi di tipo razzista”.

Le visite nella Casa della Cultura sono già state prenotate da 26 classi: terze medie delle scuole Cesalpino, IV Novembre e classi delle scuole superiori Liceo Scientifico, Artistico e Buonarroti.
Sabato 26 ottobre (dalle 10 alle 12) e lunedì 28 ottobre (dalle 16 alle 18) la mostra sarà aperta a tutti. Per informazioni e prenotazioni Soci Coop Saione (0575 908475-901441 martedì e giovedì dalle 16.30 alle 18.30 oppure Ipercoop 0575 32822 lunedì e mercoledì’ dalle 16.30 alle 18.30 e sabato dalle 10 alle 12) oppure il centro DOC (0575 328238). Due le mail a disposizione: [email protected] e [email protected].

“La mostra – spiega Marisa Puttini responsabile del Centro DOC – è in realtà un viaggio di due ore. Non di un migrante verso l’Italia ma di un italiano che migra. E lo fa come molti stranieri da noi: senza conoscere la lingua, alla ricerca disperata di un lavoro, alle prese con una burocrazia incomprensibile. Due ore articolate in tre momenti. Il primo descrive la fase storica del colonialismo e quindi la nascita di diseguaglianze e razzismo. Il secondo è il viaggio vero e proprio del nostro italiano migrante. Il terzo è dedicato agli effetti del razzismo”.

“Questa mostra – conclude l’assessore all’integrazione, Stefania Magi – rientra a pieno titolo nel programma di attività della Casa delle Culture. Sono pochi quelli che si dichiarano razzisti ma forse sono pochi anche coloro che hanno un’idea vera di quello che vuol dire sentirsi diversi e per questo discriminati. Questo percorso consente a tutti non solo di leggere i contenuti del razzismo ma anche di provare, seppur in minima parte, il disagio, il dolore e la rabbia che la discriminazione provoca in ogni donna e in ogni uomo costretto a subirla”.