Home Attualità Il Giaggiolo: prospettive per la coltivazione nel territorio cortonese

Il Giaggiolo: prospettive per la coltivazione nel territorio cortonese

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Se c’è un fiore decisamente italiano, toscano, anzi fiorentino, questo è l’Iris pallida anche detto giaggiolo. Niente importa che sia probabilmente una pianta di origine asiatica, diffusa dagli Arabi nel bacino del Mediterraneo.

Lo stemma di Firenze infatti non è un giglio, come si dice comunemente, ma un Iris.


L’Iris ha una storia antichissima: la coltivavano gli Egizi e anche i Greci ed i Romani.

Anche il suo nome è molto antico: Teofrasto parla di un fiore che i Greci chiamavano così per i suoi petali multicolori, associandolo ad Iride, messaggera degli dei e personificazione dell’arcobaleno. Pare che il profumo ricavato dai rizomi dell’Iris fosse il preferito di Caterina de’ Medici, che portò con sé in Francia il segreto di questa essenza, che da lei prese il nome di “ acqua della regina”.

L’ITAS Vegni, istituto scolastico sempre all’avanguardia nel settore dell’agricoltura e della ricerca, in occasione dell’’uscita di un libro scritto da Gianfranco Santiccioli e Graziano Tremori che parla proprio del Giaggiolo, ha organizzato per venerdì 1 marzo, a partire dalle ore 17, presso il centro Convegni S.Agostino un convegno che ne traccia non solo la storia botanica ma che cerca di comprendere quelle che sono anche le prospettive di questa coltivazione.

Oggi, infatti, la polvere di Iris viene usata come ingrediente nei dentifrici, come base per le ciprie e come fissativo per i profumo del pout-pourri, e la Valdichiana è uno dei luoghi dove questo splendido fiore viene coltivato.
Questo il programma