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Kaulonia, scoperto il testo più lungo in alfabeto acheo della Magna Grecia

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Pisa, 8 ott. – (Adnkronos) – Ritrovata una tabella in bronzo con una lunga dedica votiva che contiene il testo più lungo in alfabeto acheo della Magna Grecia. La scoperta è avvenuta durante gli scavi di Kaulonia, dove operano studenti, laureandi, specializzandi, dottorandi e perfezionandi dell'Università di Pisa e della Scuola Normale Superiore di Pisa, che hanno riportato lentamente alla luce i resti del santuario di Punta Stilo dell'antica colonia greca, situato in provincia di Reggio Calabria.La tabella di bronzo rinvenuta a Kaulonia è infatti risultata essere un documento unico: pur ridotta in minuti frammenti molto corrosi, dopo il restauro eseguito nelle scorse settimane presso il locale Museo di Monasterace e la successiva applicazione di avanzate tecniche d'indagine presso la Scuola Normale di Pisa, ha rivelato un testo greco del V sec. a.C., su 18 linee, in alfabeto acheo, con le lettere ordinate regolarmente secondo il sistema di scrittura detto stoichedon.Si tratta di una lunga dedica votiva, in gran parte metrica, che menziona tra l'altro l'agorà (la piazza pubblica di ogni città greca, cuore della vita politica e commerciale), una statua e un elenco di divinità di grande interesse per la conoscenza dei culti. A breve ne è prevista l'edizione, a cura del professor Carmine Ampolo, in collaborazione con un perfezionando della Scuola Normale Superiore di Pisa. Utilizzando anche innovative tecniche di documentazione e di elaborazione dei dati, come le riprese da drone e le elaborazioni 3D, gli archeologi hanno potuto ricostruire un'immagine pressoché totale del grande complesso magnogreco risalente all'VIII secolo a.C.Gli scavi sono diretti da Maria Cecilia Parra, docente di archeologia della Magna Grecia all'Università di Pisa, in sinergica collaborazione con il Laboratorio di Scienze dell'Antichità della Scuola Normale, diretto dal professor Carmine Ampolo. I risultati sono editi nei 5 tomi della serie "Kaulonia, Caulonia, Stilida (e oltre)", curati da M.C. Parra e nelle 'Notizie degli Scavi' pubblicate ogni anno negli 'Annali' della Scuola Normale.Molte le scoperte che hanno interessato l'area del grande santuario urbano di Kaulonia, non solo nella sua articolazione plurima di fasi comprese tra la fine dell'VIII e gli inizi del III secolo a.C., ma anche nella sua lunga vita fatta di monumenti che lo occupavano e di uomini che lo gestivano, vi praticavano culti, vi svolgevano attività di cantiere edilizio e d'officina artigianale: ex voto del VII, VI e V sec. a.C., in particolare armi e ceramiche per le azioni rituali, come elmi, scudi, schinieri, spallacci, spade corte, punte di lancia e di freccia, accanto a innumerevoli deposizioni esito di sacrifici cruenti e di offerte incruente, anche con tracce evidenti di pasti comunitari seguiti dalla deposizione degli strumenti per la macellazione degli animali e la consumazione delle carni, insieme a quella del vasellame utilizzato durante il rito, intenzionalmente frammentato secondo la norma.