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Progetto integrato per l’assistenza al dolore fisico e psicologico

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AREZZO – Negli ospedali il reparto dove di regola regna la gioia e non la tristezza, è quello delle maternità. Fiocchi rosa e azzurri, fiori, piante, pupazzi, palloncini, grandi sorrisi e festeggiamenti salutano la nascita di ogni bambino.
Ma anche in questo reparto così particolare, il dolore si ritaglia grandi spazi: episodi traumatici e, talvolta, eventi luttuosi che segnano profondamente la vita di una persona e di interi nuclei familiari, di qualsiasi fede, censo, etnia o cittadinanza.

La Asl 8 ha disegnato ed adottato uno specifico percorso clinico-organizzativo, frutto di una forte collaborazione tra il Dipartimento dell’Area Critica e il Dipartimento Materno-Infantile con il coinvolgimento diretto di ostetriche, anestesisti, ginecologi, neonatologi ed infermieri. Un percorso a cui la Giuria del Premio Nazionale "Nottola – Mario Luzi" , giunto quest’anno alla quinta edizione, ha conferito una menzione speciale.

Le condizioni di dolore hanno implicazioni fortemente emotive non solo nelle persone e relative famiglie che vivono questi episodi, ma anche nei professionisti stessi, ai quali è richiesta una specifica preparazione accompagnata da strumenti operativi e relazionali uniformi.
Su questa base è nato il “Protocollo per la gestione delle Situazioni Critiche in Sala Parto”. Sono tre i quadri clinici adottati dalle strutture di Ostetricia/Ginecologia e dalla Anestesia/Rianimazione del San Donato per affrontare aspetti di grande impatto sociale: la morte endouterina del feto, l’interruzione di gravidanza oltre il 90° giorno di gestazione, l’assistenza ostetrica nelle epoche gestazionali estremamente basse.

Il filo conduttore di questo strumento operativo è il duplice aspetto assistenziale che, nel momento della degenza ospedaliera, accompagna questi quadri patologici: il dolore fisico e la sofferenza psicologica.
Il dolore, particolarmente rilevante nei primi due quadri clinici, ha necessità di una presa in carico tempestiva attivata attraverso una stretta collaborazione interdisciplinare che accompagna la gestante fin dalle prime fasi dell’interruzione della gravidanza, causata da un’induzione farmacologica del parto.
Nello stesso modo la nascita di un bambino morto, o l’impossibilità di far proseguire una gravidanza per gravi patologie del feto o della madre, sono considerati eventi gravi e traumatici, a rischio di promuovere l’esordio di patologia psichiatrica nei genitori colpiti.

Il contenimento del dolore e il supporto informato degli operatori sono strumenti preziosi ed aiutano la donna ed i suoi familiari a sentirsi presi in carico e a gestire nel modo più consapevole e più lucido possibile sia l’evento che le scelte ancora possibili rispetto alla gravidanza e al bambino. Gli operatori, che non sempre sono in grado di supportare “istintivamente” questo quadro di sofferenza globale, sono con questo progetto stati forniti di strumenti operativi e relazionali idonei a dare una valida risposta ai genitori e alla famiglia dal momento della diagnosi in poi, e hanno un’importante funzione di protezione e contenimento finalizzati al recupero di un livello di benessere psicofisico accettabile.

Anche nel caso di nascita di grandi prematuri il personale ha un ruolo fondamentale nel controllo del dolore materno/neonatale e nell’accompagnamento alla funzione genitoriale in tutto il lungo, e talvolta infausto, percorso assistenziale neonatale. In questa circostanza, oltre al supporto neonatologico necessario da punto di vista tecnologico, necessita un contenimento del dolore fisico e la competenza relazionale, adottati diffusamente da tutti i membri dell’equipe assistenziale chiamati anche a supportare la coppia nel cambiamento del progetto genitoriale.
Questo protocollo, insieme ad una formazione specifica dei professionisti, offre una possibilità di grande valore per la corretta gestione del dolore fisico ma anche dello stato di sofferenza, due elementi strettamente collegati tra loro e spesso presenti fin dal primo momento (il trauma ha spesso inizio al momento della diagnosi di morte/patologia). La loro corretta e tempestiva presa in carico riduce gli effetti negativi a medio e lungo termine.

Progetto integrato per l’assistenza al dolore fisico e psicologico a fronte di eventi traumatici e avversi nella maternità: ecco il gruppo di lavoro.
Ecco il gruppo di lavoro che ha realizzato questo progetto: Marco Feri, Giuseppe Cariti, Letizia Magi, Lucia Guerrera, Raffaella Pavani, Patrizia Petruccioli, Serena Savarelli e Elena Bruschini.