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Saldi al via sabato 5 gennaio

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Saldi al via sabato 5 gennaio

Ampio assortimento di taglie e colori, qualità e prezzi all’insegna della massima convenienza, con percentuali di sconto già alte fin dal primo giorno, dal 40 al 70%. Saranno queste le caratteristiche delle prime vendite di fine stagione del 2013, che si apriranno sabato 5 gennaio per concludersi il prossimo 5 marzo dopo otto settimane. E se l’attesa tra i consumatori è alta, tra i commercianti prevale la cautela.

“Ci aspettiamo la solita ressa dei primi giorni, anche perché l’apertura dei saldi quest’anno coincide con l’inizio del week end e, peril capoluogo, con la prima edizione 2013 della Fiera Antiquaria. Poi, se accade come nell’inverno 2012, ci sarà un progressivo e rapido affievolirsi dell’interesse”, dice Paolo Mantovani, presidente di Federmoda Confcommercio per la provincia di Arezzo. “Il mercato della moda risente della contrazione dei consumi ormai da qualche anno e anche il periodo delle vendite di fine stagione non fa eccezione a questo trend”, prosegue Mantovani, “in passato si aspettavano i saldi per togliersi uno sfizio, adesso in molti li aspettano per rinnovare i capi più importanti e costosi del proprio guardaroba, dal cappotto alle scarpe. È per questo che la tendenza è di privilegiare i negozi che puntano sulla qualità e su marchi noti: lì si ha la certezza di fare un vero affare a comprare scontato”.

Secondo le previsioni dell’associazione di categoria, gli aretini dovrebbero spendere circa 160 euro a testa per acquistare capi scontati nei circa 900 negozi di abbigliamento e calzature della provincia (compresi tessuti per la casa, articoli sportivi, intimo e accessori). In pratica, dieci euro di più rispetto alla media nazionale, per un giro di affari complessivo che dovrebbe attestarsi intorno ai 40 milioni di euro, calcolando il fatto che solo una parte della popolazione provinciale parteciperà al fenomeno.

Rispetto al 2012, il budget-saldi stanziato dalle famiglie aretine dovrebbe subire un leggero calo, intorno al -5%, passando dalle 403 euro dell’inverno scorso alle 384 di questo. “È un’ipotesi plausibile, vista la stangata subita da tutti a fine 2012 e i segnali non certo incoraggianti che ci arrivano dalla politica nazionale”, osserva il presidente della Federmoda Confcommercio aretina. “Un fatto positivo è che timore e incertezze spingono i consumatori a rivolgersi ai negozianti di fiducia, quelli insomma dove si acquista tutto l’anno. È nata una solidarietà nuova tra consumatori e operatori, che ci esorta a fare sempre meglio, ad essere sempre più preparati, attenti al prodotto e all’accoglienza in negozio, oltre che all’assistenza post vendita. Sono queste le uniche armi che ci aiuteranno a superare questo momento difficile”.

Per gli operatori del settore abbigliamento e calzature gli introiti dei saldi invernali corrispondono solo al 18% degli incassi totali di un anno. “Una percentuale importante, ma non sufficiente a rimettere a posto i conti se la stagione normale non è stata brillante. Se per i consumatori sono comunque un’occasione per contenere le spese, per noi restano uno strumento per alleggerire le rimanenze di magazzino e avere più liquidità per acquistare le nuove collezioni”, dice Paolo Mantovani.