Home Cultura e Eventi Cultura 10mila visitatori alla mostra d’arte orafa di Sansepolcro

10mila visitatori alla mostra d’arte orafa di Sansepolcro

0
10mila visitatori alla mostra d’arte orafa di Sansepolcro
gioiello nel rinascimento

Gli artigiani orafi di Confartigianato hanno dato vita all’evento ispirandosi ai capolavori dell’arte rinascimentale

Grande successo di pubblico per la Mostra “Il Gioiello nel Rinascimento: l’interpretazione degli artigiani contemporanei”. La Mostra, inaugurata lo scorso 8 Agosto presso il Museo Civico di Sansepolcro, ha superato in questi giorni il traguardo dei 10 mila visitatori.

L’evento si riallaccia alla gloriosa tradizione della Biennale di Arte Orafa svoltasi negli ultimi decenni in Valtiberina e vede la presenza di oltre 50 straordinarie creazioni realizzate dagli artigiani orafi di Confartigianato. Si tratta di gioielli, sculture ed opere di arte sacra, ispirate ai capolavori del Rinascimento che trova proprio nel Museo Civico di Sansepolcro una delle sue opere più rappresentative: la “Resurrezione” di Piero della Francesca, definito come il quadro più bello del mondo.

“La Mostra – dichiarano il Sindaco, Daniela Frullani e l’Assessore alle attività Produttive, Chiara Andreini – ha avuto il merito di riportare nel borgo biturgense una esposizione di arte orafa dedicata all’Idea di bellezza del nostro Rinascimento. Accanto agli splendidi arredi sacri del Tesoro della Cattedrale e alle opere pierfrancescane, abbiamo voluto stavolta accendere i riflettori su artisti meno rinomati che ci propongono nelle loro opere una rappresentazione del gioiello di straordinaria modernità. Il Rinascimento è divenuto in tal modo il tema dominante al quale – attingendo ai codici artistici del passato – gli artigiani orafi di Confartigianato si sono liberamente ispirati con le loro personali creazioni”.

Non solo la “Resurrezione” o il “Polittico della Misericordia” di Piero della Francesca, dunque, ma anche opere mirabili anche se meno conosciute dal grande pubblico come “la Distruzione degli Idoli” di Agostino Ciampelli ed il “San Nicola da Tolentino” di Santi di Tito dal cui particolare è stata tratta l’immagine simbolo della Mostra. E poi, al di fuori del Museo, la citazione delle opere di Caravaggio, Leonardo, Michelangelo, Dosso Dossi e Bronzino.

“Siamo convinti – afferma Andrea Boldi, Presidente della Consulta Orafa e leader degli orafi di Confartigianato – che il progetto della Mostra, associando idealmente il gioiello contemporaneo alle opere d’Arte custodite nel Museo, sia riuscito nell’intento di promuovere l’immagine di tutta la produzione orafa del distretto di Arezzo, valorizzando un giacimento di competenze e conoscenze, ma anche di segni simboli e forme che si tramanda attraverso le generazioni nel nostro territorio”.

Grande soddisfazione viene espressa naturalmente anche dal Presidente dell’Associazione di Mestiere Oreficeria Artistica di Confartigianato, Oriano Mearini, che ha voluto fortemente la Mostra.

“Dopo venticinque anni – afferma Mearini – i maestri orafi della Valtiberina ritornano ad esporre le loro esclusive creazioni nella Sala delle Pietre del Museo Civico – questa volta insieme agli altri artisti artigiani della provincia di Arezzo”. Un ringraziamento – continua Mearini – va dunque a tutti gli artigiani ed artisti orafi che hanno reso possibile il progetto della Mostra.

Uno speciale riconoscimento – conclude Mearini – va infine all’Istituto d’Arte di Sansepolcro – oggi Liceo Artistico – che ci ha messo a disposizione una selezione dei gioielli realizzati nel corso degli anni dagli allievi della scuola, oltre che alla facoltà di Lettere dell’Università di Siena che ha curato una breve relazione sulla storia del gioiello nel Rinascimento.

La Mostra, promossa dalla Consulta Orafa e dal Comune di Sansepolcro è stata realizzata con il contributo della Camera di commercio di Arezzo e della Banca di Anghiari e Stia. Arezzo Fiere e Congressi ha messo a disposizione le vetrine utilizzate nell’allestimento.

La Mostra si svolgerà fino al 2 Novembre.

 

UNA CARRELLATA DELLE PRINCIPALI OPERE ESPOSTE ALLA MOSTRA

Merita senz’altro una citazione la raffinata eleganza retrò dei cammei di Roberto Baragli, inseriti nelle spille o nelle chiusure realizzate con la tecnica della fusione a cera persa, impreziosite dalle lavorazioni a traforo, incisione e cesello. Straordinario il “Disco con testa di Medusa” realizzato a sbalzo e cesello da Francesco Puletti ed ispirato all’opera di Caravaggio che colpisce per i volumi delle forme che fuoriescono dalla lastra di rame. C’è da restare incantati davanti allo sfavillio delle decine e decine di diamanti, perle e pietre preziose incastonati nella splendida collana di Enzo Isolani o davanti all’eccezionale medaglione da parata di ispirazione michelangiolesca realizzato da Danilo Fabiani in lastra d’argento e oro lavorati a sbalzo e cesello. Sorprendente l’ornamento per zibellino da collo, scultura realizzata da Oriano Mearini con la tecnica della fusione a cera persa in ottone dorato con pietre di colore, citazione della dama con l’Ermellino di Leonardo. Si resta ammirati dinanzi alla raffinata parure di Pierluigi Landini realizzata in lastra di argento traforata a mano con tormaline, zirconi e perle di fiume o davanti ai bassorilievi in gesso del prof. Guido Sisti dell’Istituto “Margaritone” di Arezzo che ha riprodotto la “creazione di Adamo” di Michelangelo. Le suggestioni delle rappresentazioni iconografiche di Lucrezia Borgia tornano alla mente del visitatore che si accosta al tagliacarte in acciaio ed ebano realizzato da Andrea Pollauszach e Silvia Burzi, mentre si ispirano al “Battesimo di Gesù” e alla “Resurrezione” di Piero della Francesca le copertine di Evangelario in lastra di rame lavorata a sbalzo e cesello proposti da Carlo Galaurchi. L’intreccio delle gemme con il filo d’argento nei bracciali di Gina Lazzerini si richiama agli abiti rinascimentali ritratti dal Bronzino nella rappresentazione di Eleonora di Toledo moglie di Cosimo I de Medici. Affascinante l’originalissima sperimentazione di Elena Donnini, che coniuga tessitura ed oreficeria, con l’impiego di filati in oro e argento in telai antichi e moderni, mentre negli orecchini in argento realizzati da Marco Tontini con l’antica tecnica della fusione a cera persa le forme geometriche delle opere di Piero si sposano con le tendenze artistiche della contemporaneità. La Pala di Brera di Piero della Francesca ha suggerito a Luca Spinosi l’idea del pendente in corallo presente nella collana da parata con moduli traforati e smaltati. In conclusione ricordiamo una straordinaria opera di arte sacra, il calice della Passione di Cristo proposto da Alano Maffucci. La coppa in argento, realizzata con la tecnica della tiratura a martello, è sostenuta da tre chiodi in ottone martellato e rodiato che rappresentano i chiodi della Croce. Una scelta artistica di grande potenza semantica”.

Molto apprezzato dai visitatori è il video che riprende gli artigiani orafi intenti nelle diverse fasi di lavorazione dei gioielli esposti al Museo. Il video può essere visualizzato da tutti sul canale Internet di youtube.