Home Attualità Addio individualismo, aziende alla ricerca di ‘social skills’

Addio individualismo, aziende alla ricerca di ‘social skills’

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Roma, 16 ott. (Labitalia) – L’avvento dei social network sta rivoluzionando il mondo del lavoro e dell’organizzazione aziendale. ‘Social’ è il termine che meglio identifica la direzione di marcia che ha preso il processo di cambiamento in atto. Quello che conta nella ‘Social organization’ è la capacità di fare squadra, di lavorare in gruppo, di collaborare. Si tratta di un nuovo modello di organizzazione del lavoro basato sulle community collaborative in cui il ruolo gerarchico è fortemente ridimensionato e la leadership si esercita in modo diverso rispetto ai vecchi modelli: le barriere interne sono abolite.
Hitrea e l’Associazione Culturale Luoghi di Relazione, per promuovere anche in Italia un rinnovamento in ottica ‘social’, hanno organizzato un evento, primo nel suo genere, in cui avviare un’occasione di confronto e approfondimento rivolto a tutti quei soggetti aziendali coinvolti in prima persona nella gestione organizzativa del capitale umano. L’evento, in programma a Milano, giovedì 20 novembre, presso Spazio Camplus, in via Stamira d’Ancona 25, è realizzato con il patrocinio della Fondazione Adriano Olivetti per riscoprire una strada tutta italiana alla comunità.
La ‘Social organization’ è la modalità organizzativa migliore per sprigionare i talenti nascosti di ogni persona. Di questo né sono convinti in tanti. Non siamo, infatti, di fronte a una moda passeggera, ma nel pieno di una trasformazione dei processi aziendali e di organizzazione del lavoro verso un modello social e collaborativo. Secondo i dati più recenti pubblicati da McKinsey, lo sviluppo di modelli organizzativi social potrebbe generare un valore di circa mille miliardi di dollari.
“Non stiamo parlando – spiega Alessandro Donadio, esperto di social business trasformation e partner di Hitrea – di una dimensione contingente, di opportunità, ma di un vero e proprio cambiamento sistemico. Per capire la necessità di trasformazione delle organizzazioni in senso social, basta fare riferimento ai mercati e a come il cliente oggi si avvicina e relaziona con le aziende e il prodotto. I clienti – aggiunge – sono consapevoli perché informati, interattivi con l’azienda e fra loro nelle community, capaci di produrre una voce autonoma rispetto al marketing e alla comunicazione ufficiale dell’impresa. In questo senso, quindi, le organizzazioni al loro interno devono socializzarsi almeno quanto i clienti stessi”.
E ci credono anche i dipendenti. Lavorando in gruppo piuttosto che individualmente, si ottengono risultati migliori. L’avvento delle nuove tecnologie ha, di fatto, aumentato il tempo passato a cooperare con i colleghi e questa novità è particolarmente apprezzata. Secondo i recenti dati del Randstad Workmonitor, che ha realizzato un’indagine sull’atteggiamento dei lavoratori verso le collaborazioni in 33 Paesi del mondo, per il 69% dei dipendenti italiani lavorare in gruppo significa raggiungere maggiori e migliori performance piuttosto che lavorare individualmente.
La condizione perché ciò avvenga, si legge nella ricerca, è nella modalità organizzativa delle aziende: collaborativi, infatti, non si nasce ma si diventa. Bisogna, in sostanza, creare le condizioni organizzative per sprigionare le potenzialità della ‘Social organization’. Per l’81% dei dipendenti, si legge sempre nella ricerca, le aziende dovrebbero fare di più per favorire modelli collaborativi e il lavoro di gruppo. Il passaggio a un modello di organizzazione aziendale ‘social’ presuppone una tappa preliminare: la trasformazione della cultura aziendale. Un ruolo centrale in questo senso è ricoperto dalla funzione Risorse umane. E’ questo l’ambito dal quale è possibile generare il cambiamento culturale necessario al passaggio a un modello organizzativo social.